Intervistato dal Corriere della Sera Omar Pedrini, leader della rockband italiana Timoria, ha rivelato che se non avesse smesso con le droghe pesanti sarebbe morto prima dei trent’anni.
“Nacque mio figlio Pablo – racconta il cantante – capii che mi sarei dovuto dare una regolata con le droghe pesanti e partii per l’India in un ashram. Se non avessi smesso in tempo sarei morto”.
Omar Pedrini e i problemi al cuore
Omar Pedrini, che è tornato con i Timoria per un tour celebrativo, dal 2002 ha iniziato a soffrire per una malattia congenita al cuore.
Per il tour Pedrini, che al Corriere ha presentato il suo libro Dentro un viaggio senza vento, avrebbe voluto con sé anche Francesco Renga, che lasciò la band nel 1998, ma lui ha rifiutato: “Doveva andare a Sanremo e ha detto no. Ne aveva già fatti otto però, forse a uno poteva rinunciare. Siamo come i Beatles, l’unica rockband italiana a non aver fatto una reunion…”.
La pandemia
La pandemia ha avuto un impatto anche sulla sua vita professionale: “Viviamo di serate il danno economico è stato grande. Con tutto l’amore che ho per Papa Francesco, non capisco perché i 20000 all’aperto per la messa di Natale ( o gli affollatissimi impianti sciistici) sì e i concerti in piazza no: se l’emergenza è grande, come sembra, forse sarebbe stato meglio chiudere tutto. E invece paghiamo sempre e soltanto noi artisti”.