Rocco Tanica: “Ero depresso, avevo istinti suicidi”

Rocco Tanica: "Ero depresso ma non lascio gli Elii"
Rocco Tanica

MILANO – Dopo Sanremo 2013 è caduto in quella brutta spirale che spesso trascina via i migliori: la depressione. Rocco Tanica, intervistato da Selvaggia Lucarelli per Il Fatto Quotidiano, racconta il suo passato, gli attacchi di panico, gli istinti suicidi e la risalita. Ma rassicura i fan: “Non lascio gli Elio e le storie tese“. Solo si terrà a distanza di sicurezza: “Lascio i concerti grandi. Ogni sera volume troppo alto, calca e tre ore che se ne vanno come niente”.

Poi passa a raccontare gli anni bui della depressione: “Ero spaventato, non mangiavo e non dormivo. Ronzava tutto. Il 23 aprile ho partecipato all’ultimo concerto”. “I miei amici M e G – confessa – mi hanno salvato dagli abissi, quella ed altre sere. Mi sono presentato in un reparto di psichiatria. Sono scappato. Ho conosciuto ottimi medici, perduto e trovato persone. La mia famiglia, ivi compresi gli Elio e le Storie Tese, si è confermata una fortezza. Gli Elii mi hanno protetto e aspettato. Non so se, per dire, Bon Jovi avrebbe fatto lo stesso. Sono rimasto a letto alcuni mesi. Una mattina stavo meglio e ho comprato il pane. A fine 2013 ero di nuovo in piedi. Ora faccio quello che mi rende contento e trascuro il resto. Alle persone malate di depressione dico parlatene, lì comincia la cura”.

Non rinnega la scelta sua e di Elio di aver ceduto alle lusinghe della tv: “Ma il mezzo più conformista talvolta è spassoso da fare e da vedere. Si prendono decisioni rapide, si fanno esperimenti. Non farei il 90% della televisione che guardo ma guarderei almeno il 50% di quella che faccio. Non so cosa ho detto”.

Il guaio è che è difficile far ridere chi di professione è abituato a far ridere gli altri. “Una battuta, un libro, un film mi fanno ridere di rado. Fanno eccezione Claudio Bisio, Walter Fontana e Maurizio Milani. Fra i forestieri Simon Pegg, Sacha Baron Cohen e Giovanardi (sic!)”.

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