Roger Waters trionfa a Milano: “E’ caduto il muro, amo il mio pubblico”

Pubblicato il 2 Aprile 2011 - 20:10 OLTRE 6 MESI FA

Roger Waters (foto LaPresse)

MILANO – Erano stati anche il senso di alienazione per la vita da rockstar ed un distacco quasi sprezzante verso il pubblico ad ispirare un tormentato Roger Waters, nel 1979, a comporre parte di The Wall. Ma ieri sera, nel primo dei sei concerti milanesi che hanno riportato dal vivo il grande concept dei Pink Floyd, l’ex bassista e mente creativa della band ha dimostrato che ogni barriera fra lui e i suoi fan è finalmente crollata.

Ed è stato lui stesso ad ammetterlo, al termine di un concerto trionfale, fra le macerie del gigantesco muro costruito in scena che si è sgretolato nell’ultimo atto, facendo tremare tutto il Forum di Assago: ”Vi voglio ringraziare, siete stati un pubblico meraviglioso – ha detto, sorridendo, fra gli applausi interminabili -. Una volta non ero così, ero una persona misera, ma è passato tanto tempo e adesso sono cambiato”.

Parole che suonano quasi come delle scuse, forse in memoria dell’increscioso episodio di Montreal, nel 1977, quando Waters, inferocito per la folla troppo rumorosa, sputò in faccia a uno spettatore. Nulla di tutto questo, ieri sera, per l’unico protagonista di uno show ipergalattico, già record di incassi e di riconoscimenti artistici negli Stati Uniti, dove ha raccolto 89,5 milioni di dollari in 56 serate.

Un appuntamento da non perdere per i fan italiani che torna in scena stasera, per replicare anche il 4 e 5 aprile, e poi ancora quest’estate, il 6 e 7 luglio, sempre al Forum di Assago e sempre irrimediabilmente sold out. Oltre a toccare i muri interiori innalzati da ogni individuo, The Wall ha ripercorso i conflitti storico-culturali di ieri e di oggi, fra agghiaccianti scenari bellici e concitati messaggi di pace, resi più toccanti dai volti dei caduti nelle guerre recenti che Waters ha chiesto a tutti di inviare, tramite il suo sito. Aizzatore della folla, a tratti simile ad un dittatore con l’inquietante fascia rossa al braccio, Waters ha ripreso vecchi slogan, gridando al megafono ‘C’è qualche paranoico, fra il pubblico, questa sera a Milano?’, nel fragore di una guerra infinita, dove gli aerei proiettati in larga scala sul muro, al posto delle bombe sganciano dal ventre crocifissi, stelle di David, mezzelune e stelle, ma anche i simboli della Shell e della Mercedes.