Rolling Stones, Brian Jones morì 50 anni fa. Nuovo documentario rilancia tesi assassinio

LONDRA – La morte di Brian Jones, il co-fondatore dei Rolling Stones, rimane ancora uno dei più grandi misteri nella storia del rock a 50 anni di distanza. Cosa è davvero accaduto al musicista che a soli 27 anni, nel 1969 fu trovato morto nella piscina della sua abitazione  Cotchford Farm nel Sussex?

 
Il referto ufficiale del coroner, confermato dalle indagini della polizia, diffuse la notizia di annegamento tra la notte del 2 luglio e la mattina del 3, dovuto all’assunzione di alcol e droghe.  Il fatto che tre settimane prima della scomparsa, Jones fosse stato licenziato dalla band ha sempre sollevato tante domande senza risposta.
 
Terry Rawlings, uno scrittore che per 30 anni ha riesaminato le prove e intervistato i presenti sulla scena della morte, presenta ora un nuovo documentario: “Brian Jones è stato sicuramente assassinato e ci sono molte prove che indicano un insabbiamento”. Secondo Rawlings, Jones  sarebbe stato ucciso da Frank Thorogood, un costruttore che si trovava a casa di Jones la notte della sua morte. Rawlings sostiene che le tensioni crescenti tra il musicista e l’uomo degenerarono in un litigio violento durante una nuotata in piscina, e l’omicidio sarebbe stato coperto dal primo manager di Jones, Tom Keylock. 
 
Al centro di tutto c’è l’ambigua figura di Jones, musicista divenuto tossicodipendente che ha generato figli per caso, ha picchiato e abbandonato le sue fidanzate, distrutto ogni amicizia. Malgrado tutto, Jones resta l’immagine e il suono di una delle più grandi band di rock ‘n’ roll band di sempre.
 
John Lennon insieme a Jones, poco prima che annegasse, parlava di formare un “supergruppo” insieme. In seguito, dopo la sua morte, disse: “Nel corso degli anni era cambiato, si era disintegrato. Era la persona con cui temevi di parlare al telefono perché sapevi che era un problema … Soffriva davvero molto”. Alison Boshoff, giornalista del Daily Mail, ha ripercorso la notte in cui è morto Jones.
 

Brian Jones la sera della sua morte: in casa 3 persone o 6?

Nel novembre del 1968, Jones acquistò Cotchford Farm, vicino a Hartfield, nel Sussex, l’ex casa di A.A. Milne, creatore di Winnie The Pooh. E dopo il suo licenziamento, è qui che si era rifugiato. 
Poco dopo la mezzanotte del 3 luglio 1969, un’ambulanza fu chiamata a Cotchford. Il primo poliziotto sul posto, alle 00.15 era Buster Evans. 
 
Brian Jones era morto, il corpo era stato recuperato dalla piscina e sdraiato su un lato. Secondo la versione ufficiale, quella notte a Cotchford c’erano solo tre ospiti: il costruttore Frank Thorogood, la fidanzata Anna Wohlin e un’infermiera, Janet Lawson, la fidanzata di Tom Keylock. Avevano rilasciato delle dichiarazioni alla polizia dicendo che Jones era ubriaco o comunque aveva bevuto. Lawson aveva detto che per dormire prendeva sonniferi e tutti e tre hanno insistito sul fatto che prima che annegasse si erano allontanati dalla piscina.
 
Lawson disse che era andata a suonare la chitarra, Thorogood a fumare una sigaretta e Wohlin stava rispondendo al telefono. In una lettera scritta 15 anni fa, Evans dichiarò: “Il comportamento e il contegno dei testimoni sulla scena hanno destato in me dei sospetti che non mi hanno mai abbandonato”. Thorogood era stata, infatti, la prima persona portata via in ambulanza per medicare un polso ferito.
 
Sorprendentemente, ciò non ha sollevato alcun sospetto su come fosse accaduto l’infortunio.
Il corpo di Jones era stato portato all’obitorio verso le 6 del mattino. Secondo altri racconti, tuttavia, sembra probabile che quella notte a Cotchford fossero presenti molte più persone.
Un testimone amico di Jones, Nicholas Fitzgerald, aveva detto di essere arrivato alla festa alle 23 e aver visto “almeno tre uomini e una donna” guardare un corpo che galleggiava in piscina.
 
Aveva dichiarato che un uomo, corrispondente alla descrizione di Keylock lo avrebbe minacciato:”Fuori dal ca**o o sarai il prossimo”. Bob Marshall, capo della squadra investigativa, aveva riferito che quella notte c’erano circa sei “amici” di Jones ma la polizia non ha mai stabilito chi fossero gli altri, né chiesero a Thorogood chi facesse parte del suo team e se fossero presenti: domande decisive invece per le indagini.  
 

Brian Jones prigioniero del costruttore? 

Thorogood e compagni della Mo Tucker e Johnny Betsworth, erano stati ingaggiati inizialmente da Richards per rinnovare la sua casa, Redlands, a West Wittering, nel Sussex.
In seguito era emerso che Tucker era un informatore della polizia che aveva scatenato la retata antidroga a Redlands nel 1967, quando la fidanzata di Jagger, Marianne Faithfull, fu scoperta dalla polizia mentre era nuda su un tappeto. In seguito a delle “libertà” che si erano presi i costruttori, Richards li aveva licenziati ed erano andati a lavorare per Jones che aveva da poco comprato Cotchford.
 
Tra il novembre 1968 e la sua morte, nel luglio 1969, Jones pagò ai costruttori 18.000 sterline (291.000 delle odierne): una somma considerevole. Pagava 250 sterline a settimana (equivalenti a 4.000 attuali), quando 15 sterline (240 attuali) erano la tariffa ordinaria. Con il passare dei mesi, i costruttori avevano sempre più abusato della sua ospitalità: ordinavano bistecche dal macellaio a spese di Jones, e preparavano hash brownies nella cucina della sua abitazione. 
 
Jones era sempre più esasperato e paranoico. Dave Gibson, un moquettista che si era recato nella casa, aveva dichiarato che per tutto il giorno il musicista aveva vagato nelle stanze bevendo vodka, lamentando che era “un prigioniero nella sua stessa abitazione” ed esprimeva la paura di essere ucciso.

Brian Jones, omicidio o incidente? 

Nel 2008, Janet Lawson, che in seguito cambiò legalmente nome, in un’intervista aveva affermato: “Frank (Thorogood) non stava svolgendo il lavoro correttamente e quel giorno Brian lo aveva licenziato. C’era qualcosa nell’aria. Frank quella notte si comportava in modo strano”. 
La donna aveva detto che era andata a cercare l’inalatore per l’asma di cui soffriva Jones e mentre era in cucina, Frank “si è insaponato le mani, stavano tremando. Era in uno stato terribile. Ho pensato al peggio e sono andata in piscina per controllare. Quando ho visto Brian sul fondo della piscina e chiesto aiuto, Frank inizialmente non ha fatto nulla”.
 
La fidanzata di Jones, Anna Wohlin, che tornò in Svezia subito dopo la morte del musicista, in seguito testimoniò: “Non so se Frank intendesse uccidere Brian. Forse è stato solo un brutto scherzo finito male. Ma so che non è morto in modo naturale. Di questo sono sicura”. Terry Rawlings, autore di “The Final Truth: The Murder of A Rolling Stone”, che sta lavorando al nuovo documentario, non ha dubbi: “Brian è stato assassinato, è una certezza”. “Tom Keylock, che era la guardia del corpo di Brian assoldato dagli Stones, mi ha detto che Frank l’ha ucciso con l’amicoe complice Mo Tucker. Non avevano deciso di ucciderlo, una lite era sfuggita di mano e Brian era morto”. “Li aveva licenziati il giovedì, il giorno in cui avrebbero dovuto essere pagati”.
 
Rawlings sostiene che Frank esigesse 6.000 sterline e ne aveva bisogno per pagare i partner. Wohlin aveva affermato che Frank era “furioso”. “Non c’è dubbio che i costruttori capeggiati da Frank lo stessero derubando,” aggiunge Rawlings.
 
E la persona dietro l’insabbiamento? Era Tom Keylock? Per decenni ha negato di essere stato presente quella sera a Cotchford, ma prima della sua morte nel 2009 a Rawling aveva debolmente confermato il suo ruolo dicendo:”Certo che ero lì. Dove altro avrei dovuto essere? Dovevo svolgere un lavoro e l’ho fatto”. 
 
Rawlings aggiunge: “Tom era in soffitta, molteplici dichiarazioni di testimoni indicano che Brian morirà alle 21.30, ma non hanno telefonato alla polizia fino alle 00.30, quando Tom ha tracciato una falsa pista e tutti hanno avuto un alibi”. Il fatto che il fratello di Keylock fosse un poliziotto è un’aggiunta alle teorie di insabbiamento. Keylock ha inoltre raccontato al regista Steven Woolley, che stava lavorando al film del 2005 “Stoned”, che Thorogood aveva commesso il crimine “con Mo”.
 
Keith Richards ha sempre sospettato che Keylock fosse coinvolto. In un’intervista aveva detto: “Tutti sapevano come fosse Brian, specialmente a una festa. Forse aveva appena fatto una nuotata. Volevo sapere chi c’era e non riuscivo a scoprirlo”.
 
In seguito è emerso che il manager degli Stones, Allen Klein, aveva condotto una sua inchiesta perché riteneva che la polizia non l’avesse fatta correttamente. L’ex road manager della band, Sam Cutler, ha dichiarato che il rapporto di Klein puntava il dito contro Keylock come “il primo e unico sospetto”.  Quasi tutti i presenti, Keylock, Thorogood, Lawson, Tucker e Betsworth, sono deceduti.

Brian Jones, farfalle alla sua sepoltura

Due giorni dopo la morte di Jones, i Rolling Stones hanno tenuto un concerto gratuito ad Hyde Park che si è trasformato in uno spettacolo in memoria di Brian Jones.
Jagger, vestito con una tunica bianca, aveva letto il poema Adonais di Percy Shelley, poi furono rilasciate centinaia di farfalle bianche. Richards ha scritto nella sua autobiografia: “Volevamo salutare Jones in grande stile. Gli alti e bassi con il ragazzo sono una cosa, ma quando è arrivata la sua ora, libera le colombe o, in questo caso, migliaia di farfalle bianche.”
 
I funerali si erano svolti a Cheltenham il 10 luglio. Watts e Wyman avevano partecipato, mentre  Jagger e Richards inviato le loro scuse.
 
Shirley Arnold, la segretaria dei Rolling Stones, in quell’occasione aveva detto: “La tristezza della sua morte non è così profonda come la tristezza di vederlo provare a vivere”.
 
Fonte: Daily Mail
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