Scala, Cgil: “Con l’autonomia rischia la privatizzazione”

MILANO – La Scala di Milano e' a rischio privatizzazione secondo la Cgil che oggi, a pochi giorni dal riconoscimento dell'autonomia, ha organizzato una conferenza stampa sotto i portici del Piermarini.

A preoccupare il sindacato sono una serie di questioni: il nuovo statuto del teatro, il cda che sara' fra poco rinnovato con l'ingresso di uno o forse due soci privati in piu', i fondi pubblici che (in generale e non solo per la Scala) sono sempre piu' esigui e anche la possibilita', offerta dall'autonomia, di avere un contratto di lavoro ad hoc per il teatro, cioe' 'un contratto Scala'.

''Come siamo contrari che la Fiat si faccia un contratto auto – ha spiegato il segretario della Camera del Lavoro di Milano Onorio Rosati – siamo contrari che si pensi a un contratto di primo livello per i dipendenti della Scala al di fuori del contratto nazionale''.

La Cgil, insieme alla Fials, ha fatto ricorso contro il regolamento che ha permesso al Piermarini e all'Accademia di Santa Cecilia di avere l'autonomia. ''Il senso – ha spiegato l'avvocato Vittorio Angiolini – e' che la Scala non e' Pomigliano''.

Ma la contrarieta' del sindacato, ha spiegato Silvano Contri della segreteria nazionale Slc-Cgil, e' in generale sulla legge 100 di riforma delle fondazioni lirico sinfoniche ''che sta creando una situazione di implosione con 6-7 fondazioni sull'orlo della chiusura''.

''La privatizzazione – ha aggiunto il segretario nazionale Slc Emilio Miceli – serve per liberalizzare i mercati. E bisogna capire se la produzione culturale e' un mercato. Noi riteniamo di no''. Un primo confronto sull'autonomia fra i sindacati e i vertici del teatro e' fissato per il 2 maggio, ma alla Cgil non basta.

''Noi abbiamo chiesto da tempo al sindaco Giuliano Pisapia un confronto pubblico sul tema – ha concluso Rosati – ci venga a spiegare come e' possibile che non avvenga la privatizzazione''.

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