U2/Esordio “spaziale” a Barcellona per il 360° tour. E Bono fa tributi a Michael Jackson e Desmond Tutu

Parte da Barcellona la “reconquista” degli U2 all’olimpo del pop mondiale, con il loro 360° Tour. Lo dice la stampa spagnola, che non ha potuto non segnare la data di martedi 30 giugno come quella dello spettacolare rientro di Bono e i suoi fra le rock band più amate. I 90mila spagnoli presenti allo stadio Campo Nou hanno assistito a più di tre ore di rock puro fra inediti e brani classici, sullo sfondo di una scenografia ispirata allo spazio: i quattro irlandesi hanno infatti sfoggiato abiti da astronauti e suonato sotto una sorta di mostro con quattro zampe meccaniche alte circa 50 metri.

La struttura, che ricorda le navicelle aerospaziali, rappresenta appunto una base spaziale internazionale. Nel complesso uno dei più grandi palchi per concerti mai costruiti.

Ma per gli spagnoli esaltati la sorpresa più bella ed emozionante è arrivata quando Bono Vox ha lanciato prima il video, proiettato sul maxischermo, in omaggio a Desmond Tutu e poi un lungo tributo a Michael Jackson: il cantante dedica al re del pop una versione di Angel of Harlem, per poi suonare la sua Man in the Mirror e Don’t Stop Till You Get Enough.  “Questo è rock destinato a smuovere sia le montagne che le coscienze”, scrive il critico del quotidiano iberico El Periódico, mentre La Vanguardia spinge ancora di più sull’acceleratore dell’entusiasmo: “Il palco e la scenografia amplificano il carattere messianico della band, permettendogli di espandere il loro messaggio a sud come a nord, a est come a ovest”. Chi invece è più tiepido nel giudicare lo show degli U2 e il quotidiano El Pais: “Il mostro mi ricorda lo spremi-agrumi disegnato da Philippe Starck per la ditta Alessi”, scrive il critico del quotidiano più diffuso in Spagna.

Intanto il tour mondiale della band, annunciato a marzo, è appena cominciato. Nelle prossime settimane toccherà tutte le capitali europee mentre in Italia arriverà il 7 e 8 luglio allo stadio San Siro di Milano. Anche se, come scrive il quotidiano britannico Guardian, “il pianeta terra sembra essere troppo stretto per Bono e gli U2”.

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