Umbria Jazz Winter, ministero blocca i fondi: “Non è cultura italiana”

Pubblicato il 6 Novembre 2012 - 01:58 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Il jazz non è espressione diretta della cultura italiana”. Con queste parole il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi ha motivato lo stop al finanziamento dell’Umbria Jazz Winter. Il ministero dei Beni Culturali ha infatti deciso di non rinnovare il finanziamento della prossima edizione che dovrebbe tenersi fra il 28 dicembre 2012 e il 1 gennaio 2013.

Una spiegazione, quella di Ornaghi, che ha destato rabbia e stupore sia nell’ambiente musicale che nei cittadini di Orvieto, che potrebbero essere privati di uno degli appuntamenti più importanti in Italia per l’eccellenza dei musicisti sul palco e per l’elevata qualità degli eventi in programma. Per la prima volta dopo undici anni, quindi, niente fondi dal governo: gli sponsor privati hanno già dichiarato di non essere in grado di sopportare da soli il peso di una simile manifestazione, che dovrebbe ospitare tra gli altri artisti del calibro di Gino Paoli e Danilo Rea, Gregory Porter e Dee Alexander.

Il caso di dell’Umbria Jazz Winter rischia però di non rimanere isolato. Altre manifestazioni potrebbero chiudere i battenti, come il “Jazz Expò” di Cagliari, “Angelica” a Bologna e “Una striscia di Terra Feconda” a Roma, esclusi dai finanziamenti per motivi diversi. “Che non sia musica italiana è un grave errore”, è la reazione di Renzo Arbore, presidente dell’Associazione Umbria Jazz, il quale ha ricordato come anche in questo campo l’Italia sia “un’eccellenza, proprio come la Ferrari”.

“Musicisti come Bollani, Rea, Rava, Petrella, Fresu sono ormai i migliori al mondo e il jazz in qualità di veicolo promozionale del nostro Paese è secondo solo al melodramma e certamente è davanti alla canzone e alla musica pop”, ha continuato ricordando che “diverse testate non solo europee, come il New York Times, hanno più volte raccontato ed elogiato lo stile italiano, non più secondo a nessuno per preparazione, innovazione e qualità”.