Vasco Rossi: “Sono sopravvissuto a 3 malattie mortali e al coma per 3 o 4 volte”

Con una lettera inviata a Vanity Fair, Vasco Rossi ha parlato un po’ di sé, della sua carriera, dei suoi alti e dei suoi bassi.

“Se non sono un sopravvissuto io… Io sono un… Super Vissuto! –dice Vasco Rossi -.

È veramente un brutto periodo. Per tutti. Una catastrofe planetaria che nessuno avrebbe potuto immaginare, sarebbe stato peggio solo se ci avesse colpiti un meteorite!

Nessun sistema sanitario può reggere a lungo in una emergenza del genere. E noi? Dovremo ancora stare chiusi in casa e per noi che abbiamo bisogno di urlare, di cantare, di ‘assembrarci’ è ancora molto lontana la possibilità di fare concerti. Ma sopravviveremo anche a questo”.

Poi il pensiero di Vasco torna alla gioventù:

“Sono sopravvissuto alla noia. Vivendo a Zocca sapevo che da lì bisognava partire perché se sei in pensione ci stai benissimo, ma a 20 anni non c’è niente da fare”.

Arrivarono allora le radio e le prime canzoni:

“Sono sopravvissuto quando c’erano gli anni di piombo, le Brigate rosse, Lotta Continua e Potere Operaio. Io ero un indiano metropolitano, un uomo anarchico.

Sembravano dei matti quelli che si chiamavano ‘potere operaio’ ed erano studenti, come gli altri che si chiamavano ‘lotta continua’, e poi al pomeriggio tornavano tutti a casa, dai genitori perché erano studenti.

E la loro lotta continua finiva lì. (Che poi, si sa, come sono finiti, tutti a lavorare per i Berlusconi, bene o male)”.

Poi gli anni ’80:

“Quelli più stupidi del secolo, ma anche i più belli e divertenti del rock in italiano sberleffi e provocazioni contro i perbenisti, i moralisti, i furbetti”.

Sopravvivenza anche allora “alla droga e agli eccessi di quegli anni. Ne ho combinate di cazzate, ma le ho anche pagate tutte”.

Negli Anni ’90 arriva l’amore: “Sono riuscito a tenere in piedi quella famiglia! Grazie naturalmente alla Laura che ne è stata l’artefice e una compagna straordinaria.

Abbiamo amato il ‘progetto famiglia’, qualcosa di solido che si costruisce insieme, che va oltre alla passione e si trasforma via via in affetto, amore”.

Gli anni 2000 sono stati faticosi sia per il cuore che per lo spirito:

“Sono andato in depressione gli amici hanno cominciato a morire intorno, Lolli, Massimo, Marietto” e poi “tre malattie mortali, nel 2011, quando sono andato in coma per 3 o 4 volte”. (Fonte: Vanity Fair)

 

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