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Whitney Houston: da Janis a Amy, le morti maledette

di Lorenzo Briotti |12 Febbraio 2012 19:34

ROMA, 12 FEB – Guardando le ultime immagini di Whitney Houston viva, il pensiero va all'ultima morte maledetta che ha scosso il mondo della musica, quella di Amy Winehouse. Non solo perche' ad accomunarle c'e' quell'aspetto trasandato e perso dell'ultima fase delle loro vite, ma soprattutto perche', nel giro di pochi mesi, due dei piu' grandi talenti vocali della storia sono andati in fumo tra alcool, droga e psicofarmaci. Certo, l'eta' e' diversa: Amy, morta il 23 luglio dell'anno scorso, e' entrata a far parte del famigerato club dei 27, ma in fondo anche Whitney, che si e' spenta a 48 anni, artisticamente era finita molto tempo prima, non tanto dopo quella tragica eta'. La fine della Houston ricorda poi altre scomparse di divi della musica, trovati senza vita nella stanza di un hotel, a volte proprio nella vasca da bagno come pare sia stata trovata la Houston, secondo quanto rivela il sito Tmz. Per molti di loro resta ancora il mistero sulle cause della morte e fioccano ancora leggende sulla loro sopravvivenza.

Il club dei 27. Per uno strano gioco del destino, e' un'eta' fatale per gli artisti maledetti. La regina del rock, Janis Joplin, fu trovata morta il 4 ottobre 1970 nella stanza di un motel di Hollywood. Secondo alcuni, piu' dell'alcol e dell'eroina, ad ucciderla fu una profonda solitudine. E' fu un altro hotel, il Samarkand di Londra, la tomba del signore dei chitarristi, Jimi Hendrix, trovato senza vita il 18 settembre 1970. Una morte forse dovuta ad un cocktail di alcol e tranquillanti, ma sulla quale resta ancora l'ombra dell'omicidio. Non sono chiare neanche le circostanze della scomparsa di Jim Morrison, trovato esanime il 3 luglio 1971 nella casa in cui alloggiava a Parigi. La versione ufficiale parla di un infarto nella vasca bagno, ma l'autopsia non fu mai eseguita. Secondo i piu' la causa sarebbe un'overdose, ma sulla scomparsa del leader dei Doors aleggia ancora il mistero. Aveva 27 anni anche il chitarrista dei Rolling Stones, Brian Jones, quando, il 3 luglio 1969, venne trovato sul fondo della piscina nella sua casa del Sussex, in Inghilterra. Omicidio o malore dovuto all'abuso di alcol e droga? Probabilmente una risposta certa non arrivera' mai. Oltre 20 anni dopo, l'8 aprile 1994, fu la volta di Kurt Cobain, leader dei Nirvana, morto nella serra della sua casa di Seattle. Anche lui schiavo dell'eroina, si suicido' con un colpo di fucile. Le morti maledette non si fermano qui. Non lontana nel tempo e' quella del re del pop, Michael Jackson, trovato senza vita il 25 giugno 2009 nella villa che aveva preso in affitto a Los Angeles. A stroncarlo, a 51 anni, un'overdose di Propofol, con il contributo delle benzodiazepine: una morte per la quale e' stato condannato il suo medico personale, Conrad Murray. Un abuso di medicinali potrebbe anche essere la causa della morte di Elvis Presley, avvenuta a Memphis il 16 agosto 1977, quando aveva 42 anni. Pur non facendo uso di droghe The King passo' gli ultimi anni della sua vita ad abbuffarsi di cibo per consolarsi, fino a diventare obeso.

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