Paolo Flores d’Arcais, professore di filosia e direttore di Micromega, è arrivato alla conclusione alla quale tanti stupidi elettori erano giunti con le loro gambe: Grillo non si può più votare.
In realtà, non si è mai potuto votare, aggiunge Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business e intitolato: “Ma questi sono plebaglia”.
Che si trattasse di una setta pericolosa si è sempre saputo. Flores e i suoi amici, però, ci avevano spiegato per pagine e pagine della loro rivista, che quella di votare per Grillo era la cosa più rivoluzionaria e più IN da fare. Forse addirittura la più elegante. Invece di perdere tempo con quel bulletto di Rignano.
Ma a scandalizzare Flores e la parte “colta” dei sostenitori esterni del Movimento (“utili idioti”, si diceva una volta), non sono le performance dei grillini.
A Torino si inventano il parcheggio per censo e perdono manifestazioni culturali quasi ogni giorno. A Roma ormai i cinghiali scorrazzano per le strade, attirati dai rifiuti, organici e non. Il sindaco, Virginia Raggi, con la città preda di ogni genere di animali (ci sono anche stormi di gabbiani e di topi), decide giustamente di andarsene in vacanza, settimana bianca. Dopo aver sabotato Olimpiadi e stadio. E che si arrangino per una volta.
Eppure nemmeno la presenza di Di Maio aveva scosso la fede di Flores e dei suoi amici letterati e esperti di ogni rivoluzione. Di Maio, uno che deve tentare tre volte prima di indovinare un congiuntivo, che ha nozioni approssimative di geografia e di storia (Venezuela e Cile sono la stessa cosa). E che, all’occorrenza incita alla rivolta ciompiana contro il Parlamento, di cui sarebbe anche vide-presidente.
Niente aveva turbato Flores. Di fronte alla più ignorante accozzaglia che mai sia arrivata in un parlamento, aveva sempre tenuto l’atteggiamento di certi nobili verso la plebe: si, si lavano poco, ma sono il popolo. Abbiate rispetto.
No, a convincere i raffinati intellettuali di Micromega che non si può più votare Grillo è stata la vicenda genovese. Primarie via web per la carica di sindaco, come al solito, risulta eletta una distinta signora, con un certo numero di clic. Grillo ci pensa su due giorni e poi dice che non va bene, lui sa perché. Indice un’altra votazione via web (alla quale partecipa tutta Italia, non solo Genova) e vince il candidato del comico (Franco Manzitti lo aveva previsto più di un mese fa..) Facile, visto che era l’unico messo in lista. Commento del comico (che nel frattempo aveva spiegato che non sempre lui è lui): fidatevi di me.
Una farsa da peracottari, prima e dopo.
Così, finalmente, davanti a questa serie di atrocità democratiche, anche Flores ha perso la pazienza. Si è accorto che il Movimento, a cui lui aveva delegato il compito di cambiare l’Italia, è solo un baraccone che Grillo gira e rigira come vuole. Forse ha anche cominciato a capire che i “meravigliosi ragazzi” sono semplicemente degli sbandati che possono avere delle crisi solo a tenerla in mano una rivista come Micromega, con tutte quelle parole difficili.
Comunque, si prende atto del ravvedimento di Flores e si attende quello dell’ex sinistra dem. Ma forse non verrà: sono ancora lì che sperano di farci un giorno un governo con l’accozzaglia di Grillo.