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8 marzo, per Laura Boldrini è…lutto e bandiere a mezz’asta

di Marco Benedetto |8 Marzo 2016 12:59

8 marzo, una data che può dividere ma che certamente tutti conoscono come giornata di gioia e anche di lotta. Per Laura Boldrini è giornata di lutto.

8 marzo, una data che può dividere ma che certamente tutti conoscono come giornata di gioia e anche di lotta. Per Laura Boldrini è giornata di lutto. La presidentessa della Camera vorrebbe che quando in Italia ammazzano una donna, si mettessero le bandiere a mezz’asta. Se ammazzano un padre di famiglia, un operaio, un poliziotto che muore per difendere la nostra quiete, niente lutto, non è donna. Magari con una legge apposta, come quando fece rientrare i Deputati dalle vacanze per il suo femminicidio show.

Sono poche le cose certe della vita, ma sicuramente una di queste sono le puntuali quanto infelici uscite della Boldrini quando si erige a paladina dei diritti delle donna e immancabilmente scade nella sagra delle banalità. Non poteva certo esimersi quindi dal farlo anche in occasione della Festa della Donna.
Una festa che già di per sé col passare degli anni sta decadendo in qualcosa che è a metà tra consumismo e fanatismo. Tra chi è convinto che basti un mazzo di mimose per mettersi la coscienza a posto e chi è convinto di ricordare la morte di tante donne operaie in un incendio che in realtà è uno di più clamorosi falsi storici..

“Siete convinti che la giornata della donna ricordi il famoso incendio in cui morirono 129 operaie americane chiuse dal padrone in una filanda di New York (o di Chicago)? Niente da fare, quell’ incendio non esiste, non c’ è cronaca che lo registri. Avete però la certezza che a scegliere quella data sia stata Clara Zetkin nella Seconda conferenza internazionale socialista del 1910 a Copenaghen? Sbagliato anche questo. Della presunta mozione della Zetkin non c’ è traccia. Eppure, saranno pronti a giurare donne e accaniti lettori di giornali, di quell’ episodio esistono fotografie e documentazione: no, possiamo ormai rispondere con certezza, non sono che montaggi, attribuzioni sbagliate, leggerezze di militanti troppo entusiaste. L’ 8 marzo in realtà non è che un’invenzione. Sgomente e divertite a svelarci l’esistenza di un giallo 8 marzo sono due investigatrici insospettabili, due femministe storiche, Tilde Capomazza e Marisa Ombra, redattrici di un libro sconcertante edito da Utopia e intitolato come di dovere 8 marzo, storie miti riti della giornata internazionale della donna. […]”

E poi c’è lei, il Presidente della Camera più inadeguato della storia che non perde occasione per confermalo. L’idea per “onorare” la Festa della Donna quest’anno è quella di mettere le bandiere di Palazzo Montecitorio a mezz’asta in segno di lutto, trasformando una tragedia, come lo è l’uccisione di tante donne, in una propaganda personale. La parola femminicidio, tanto cara alla PresidentA, altro non fa che svilire il valore di questa iniziativa. Perché abbassare le bandiere è un atto sbagliato? Beh  perché, seguendo il ragionamento della Boldrini, esistono migliaia di poliziotti uccisi durante il servizio, migliaia di padri di famiglia morti sul lavoro che hanno lasciato soli i propri figli..perchè non abbassare le bandiere anche per loro, perché non farlo ogni qual volta un rappresentante delle forze dell’ordine viene ucciso?
In genere quando una persona non è in grado di fare una cosa, per paura che gli altri se ne accorgano, sposta l’attenzione su altro che magari crede di poter far meglio. Quindi quello che io temo è che la terza carica dello Stato si senta inadatta al ruolo che ricopre e voglia erigersi a paladina delle donne sottomesse per distogliere l’attenzione dall’incapacitá di svolgere il lavoro per cui è stata eletta.

L’8 marzo non è questo, non è una bandiera abbassata. Le donne non hanno bisogno di questo. La disparità tra uomo e donna cesserà quando si smetterà di vedere la donna come un essere indifeso da tutelare e proteggere. Solo allora ci sarà un vero rapporto paritario. Quindi Presidente Boldrini, se proprio vuole sposare una causa, sposi questa.

 

 

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