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Touil, sbaglio ci cova: terrorista immaginario o super killer. Due volte troppo

di Mino Fuccillo |21 Maggio 2015 16:38

Più la girano, soppesano e ricalcolano più questa storia di Touil il marocchino non si spiega, non si stende, non torna.

Diciamolo subito: cercare la risposta, affannarsi intorno al dove era Touil il giorno dell’attentato al museo Bardo a Tunisi è un girare a vuoto e perdere tempo anche abbastanza insensato. Pare ormai acclarato, almeno stando alle carte e documenti e testimonianze, che Touil fosse in Italia, prova ne sia la sua frequenza alla scuola d’italiano per stranieri proprio in quei giorni.

Ma questo non significa sia innocente, non attesta non possa aver avuto parte nell’azione terroristica. Bin Laden non era certo a New York l’undici settembre. Touil non è Bin Laden ma non bisogna cero essere sul posto per essere il regista o il vivandiere o l’ufficiale di collegamento o l’addetto alla logistica o altro ancora di una organizzazione e azione terroristica. E vale ovviamente il reciproco: fosse stata acclarata la sua presenza a Tunisi quei giorni non automaticamente significherebbe milizia e azione terroristica. Insomma dove stava o dove non stava quel giorno dice poco di per sé. E il fatto che ci si affanni intorno a questo aspetto della vicenda relativamente marginale, il fatto che questo sembri il fulcro del sì o del no, la dice invece lunga sul brutto bivio cui sono di fronte le indagini prima e la storytelling politico/giornalistica poi.

Il brutto bivio è questo: o Touil è un terrorista immaginario, anzi immaginato, oppure è astutissimo super killer. In entrambi i casi, tutte e due le volte, in entrambe le ipotesi due volte troppo. Troppo per essere verosimile. O almeno verosimile da raccontare e/o documentare.

Terrorista immaginario, infilato dai tunisini più o meno per caso negli elenchi di quelli da catturare…Può essere. A favore della tesi c’è che un terrorista in clandestinità non denuncia lo smarrimento del passaporto.

Oppure astutissimo super killer che a Tunisi dà disposizioni e sostegno all’attentato, poi parte prima dell’attentato e si piazza in Italia in zona alibi. Proprio come in ogni spy movie si vede fare, ma quelle appunto sono spie e terroristi internazionali di alta professionalità come li vuole il set e la sceneggiatura.

Oppure povero cristo che arriva in barcone. Oppure no, perché in barcone visto che la famiglia era già qui in Italia? In barcone perché non poteva arrivare altrimenti (povero cristo) o in barcone per arrivare di fatto inosservato (killer)? Se ti cercano si rischio di più a passare una normale frontiera scendendo da un aereo o treno o sbarcando da un barcone?

E dopo il barcone dove è stato Touil? Dai parenti e a scuola. Ma solo dai parenti e a scuola o parenti e scuola sono una professionale copertura del terrorista? E come e perché, se c’è stata, si è svolta una andata e ritorno Tunisia-Italia? E perché Touil la prima volta passa per la Libia, che ci fa  fare un marocchino in Libia di questi tempi? Dice: a cercar lavoro. Come dice di aver cercato lavoro a Tunisi. Ma per tre giorni tre!?

Insomma in questa storia di Touil sbaglio ci cova, eppure grosso. O non c’entra proprio nulla ed è terrorista immaginario. Ma allora perché questo sia vero i tunisini che indagano devono essere arruffoni, incompetenti e incoscienti, Touil deve essere estremamente sfortunato e qualcosa del suo andare tra Italia e Africa del Nord non la deve aver raccontata tutta.

Oppure c’entra, eccome se c’entra. Ma allora è una mente del terrorismo o peggio ancora il terrorismo si muove ad alti livelli di professionalità capaci di infiltrare, confondere tracce, eludere intelligence altrui.

In entrambi i casi storie difficili da raccontare. Sia quella del povero cristo inchiodato per giorni alla croce come massacratore, con tanto di coro e contorno di politici italiani che lo additano come la prova vivente che vanno chiuse frontiere e asciugati i mari…Inenarrabile. Altrettanto inenarrabile quella del terrorista astuto e professionale che organizza a Tripoli massacri, fa il bravo ragazzo a casa di mamma in Italia, salta su e giù dai barconi che usa come taxi, scomodi ma che garantiscono una sorta di clandestinità protetta dallo sbarco in poi. Touil, sbaglio ci cova. E pure grosso.

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