Al bambino Calenda han portato via il pallone, politica litigiosa di un gran presuntuoso

di Giovanni Pizzo
Pubblicato il 31 Marzo 2024 - 12:07
Al bambino Calenda han portato via il pallone

Carlo Calenda

Al bambino Calenda han portato via il pallone. Cerchiamo pedagogicamente di ricostruire. C’era ormai da un po’ una partita in corso. Bisognava fare una lista fuori dai poli, con cui a parole si dice di non avere niente in comune, per affrontare questo delicato ma dirimente passaggio delle Europee.

Un passaggio fondamentale per una certa idea di Europa, che sembra sempre più vacillare tra estremismi ideologici e nazionalisti. E cosa fa Carletto? La fa come al solito nel letto. Come i bambini figli di papà, nel suo caso di mammà, se ne va via pensando di portarsi il pallone, ma forse stavolta non gli riesce, quello del consenso, e non aderisce alla concreta, come solo le donne con le palle come la Bonino sanno fare, lista di scopo.

Lui dice, con il dispetto fanciullesco che lo contraddistingue, che non serve a nulla, che è incoerente. Lui che odia Renzi per averlo fatto viceministro, ministro e ambasciatore, non avendo precedente competenza ed essendo rimasto a piedi in quanto non eletto. In effetti ha una certa ragione, lo doveva, per coerenza, farlo presidente del consiglio al posto di Gentiloni. Vi immaginate che concetto avrebbe avuto Calenda di se stesso se avesse fatto il premier? In confronto Conte avrebbe avuto l’umiltà del fraticello di Assisi. Ma purtroppo Renzi, non è stato coerente, al contrario di Calenda.

Lui che un giorno quasi mette in bocca la lingua ad Enrico Letta, ed il giorno dopo lo abbandona sull’altare delle elezioni. Lui che è oggi parlamentare perché qualcuno gli ha evitato di raccogliere le firme. Lui che adora solipsisticamente solo se stesso, anche se è fortemente tentato di litigarci. Oggi la scusa è Cuffaro, che non si candida ma che probabilmente appoggia la lista di scopo Stati Uniti d’Europa. E quindi tutti i voti di quella lista sono certamente inquinati per il Calenda pensiero.

E lui fa un appello ad abbandonare quella lista per seguirlo. Dove? Un giorno qua ed un giorno, coerentemente al suo oscillante umore, là. Una cosa del genere la potrebbe dire un grillino, e lui tra i primi grillini sarebbe stato perfetto, solo che detesta pure loro. Detesta tutti Calenda, rappresenta la mina vagante della politica, con tutti i quasi, gli mancano Di Battista e Santoro, ha cercato di accordarsi per poi mandare tutto in fumo.