Aci-Motorizzazione, guerra dei 2 certificati. Proprietà o libretto. Uno sparirà

aciROMA – La guerra dei due certificati e delle due amministrazioni l’un contro l’altra armate. Attestato di proprietà contro libretto di circolazione, Aci e Pra contro Motorizzazione, una vittima ed un carnefice anche se, per ora, non si sa a chi spetteranno i panni dell’uno e a chi quelli dell’altro mentre, l’unica certezza, è che alla fine solo uno sopravviverà.

Il premier Matteo Renzi ha il pallino della semplificazione ed ha annunciato di voler procedere in tal senso anche in seno alla pubblica amministrazione puntando, in particolare, “sull’accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione civile”. Nemmeno il tempo di dirlo che, secondo la logica del mors tua vita mea, Aci e Motorizzazione si sono candidate l’una ad assorbire l’altra. La prima, l’Aci, dal punto di vista dei certificati produce l’attestato di proprietà mentre, la seconda, la Motorizzazione, è responsabile del libretto di circolazione. Due documenti che potrebbero con vantaggio di molti, se non di tutti, essere unificati. Come le strutture cui fanno capo e che si somigliano come due gocce d’acqua. Il punto è, ora, chi assorbirà chi.

In attesa delle mosse del governo che dovrebbero arrivare in tempi relativamente rapidi, già il 13 giugno è in agenda un Consiglio dei Ministri che dovrebbe approvare la riforma della Pa, sembra almeno a livello politico dominare la cautela anche se, i diretti interessati, già affilano le armi.

Da una parte c’è l’Aci, un ente pubblico vigilato dal ministero del Turismo, forte di un presidio di 106 uffici provinciali e 400 sportelli che nel 2013 hanno gestito 1,1 milioni di operazioni. All’interno dell’ente, presieduto da Angelo Sticchi Damiani, il Pra, il pubblico registro automobilistico che occupa 2.500 persone su un totale di quasi 5 mila. All’Aci spetta, come attività principale, la produzione del certificato di proprietà, il foglio che attesta la certezza giuridica del possesso di un auto. E sul sito dell’Aci campeggia, dallo scorso primo maggio, una nota che da bene il senso dello scontro:

“In merito a quanto annunciato dal premier Matteo Renzi sull’accorpamento di ACI e Motorizzazione Civile, il presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani dichiara: ‘Auspichiamo che questa riforma nel produrre la razionalizzazione delle funzioni inutilmente attribuite a strutture statali, con aggravio della finanza pubblica, possa concentrare la titolarità di compiti in capo all’ACI, ente associativo, che, in una ottica di sussidiarietà e senza oneri per lo Stato, assicura già con efficienza questi servizi da vari decenni”.

Sull’altro fronte, la Motorizzazione, cui spetta la produzione del libretto di circolazione, il documento che racchiude i dati tecnici di ogni mezzo: potenza, dimensioni, peso, eccetera. Motorizzazione che, a differenza dell’Aci, non è un ente bensì una direzione generale di un dipartimento del ministero dei Trasporti e, a capo del dipartimento c’è Amedeo Fumero, mentre al vertice della direzione, che impiega oltre 2 mila dipendenti, siede Maurizio Vitelli. Entrambi sono determinati a sottrarre all’Aci la gestione del Pra e procedere all’istituzione di un unico archivio generale dei veicoli, facendo leva sugli 88 uffici provinciali della Motorizzazione (56 mila le operazioni gestite nel 2013). Prendendosi il Pra al ministero confidano di incamerare i 190 milioni di euro versati ogni anno dagli automobilisti per i passaggi di proprietà. Di più, l’obiettivo è risparmiare: il calcolo di Carlo Cottarelli in sede di spending review è assorbire i 2.500 dipendenti dell’Aci, il cui costo è circa 130 milioni, e ottenere economie per 60 milioni.

Ma a promettere risparmi è anche l’Aci che, per evitare di farsi sfilare soldi e dipendenti, si è detto pronto a gestire l’archivio unico, offrendo alla Motorizzazione la propria piattaforma informatica e le 106 sedi Aci. Rilanciando poi con due proposte: accollarsi una parte degli esuberi previsti al ministero dei Trasporti e gestire l’attuale archivio della Motorizzazione garantendo 66 milioni di risparmi rispetto ai costi attuali.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie