Conte due anni fa squalificato per omessa denuncia, un ct di garanzia

Conte due anni fa squalificato per omessa denuncia, un ct di garanzia
Conte due anni fa squalificato per omessa denuncia, un ct di garanzia

ROMA – Scriveva su La Stampa Jena il giorno di Ferragosto: “Ora che c’è Conte siamo finalmente liberi di tifare contro l’Italia”. I corsivi di Jena giocano e corrono sul paradosso, è l’ironia che fa petting con la realtà. Stavolta, nel caso di Antonio Conte fresco commissario tecnico della Nazionale di calcio, il via libera al tifo “contro” non è iperbole, è pura ovvietà.

Basta grattare la retorica delle cronache calcistiche in televisione e su carta stampata e appena un millimetro sotto trovi il calo di passione, di tifo per la Nazionale. Va avanti di anni. Il perché e il per come non è di queste righe. Ma è così e ognun lo sa anche se quasi nessun lo dice: meno gente allo stadio quando giocano, meno gente davanti alla tv, meno tifo per gli “azzurri”. E questo ancora prima delle due successive eliminazione ai Mondiali nei gironi eliminatori appunto.

Quindi che fanno i grandi e accorti strateghi del calcio italiano, l’ineffabile Carlo Tavecchio in testa? Prendono l’allenatore più antipatizzante che c’è e lo fanno ct della Nazionale. In più lo strapagano. Per i palati più fini, per le anime belle, insomma per la gente onesta ci sarebbe anche il particolare di cui si ricorda praticamente in solitudine Gigi Garanzini su La Stampa: “Un allenatore squalificato soltanto due anni fa per omessa denuncia può diventare ct? Bella domanda…infatti a Opti Poba non è nemmeno venuta in mente”. Uno che non denunciava le partite truccate se sapeva che qualche trucco ci poteva essere: una garanzia.

Ma questa è domanda oziosa e pure impertinente nell’Italia contemporanea. Che però si domanda: visto che due terzi dello stipendio a Conte lo paga la Puma, Conte terrà conto della circostanza per cui Mario Balotelli, Gigi Buffon, Giorgio Chiellini, Marco Verratti, Mattia Perin, Romulo, Daniele Astori, Manolo Gabbiadini, Alessandro Diamanti sono suoi “colleghi di sponsor”. Probabilmente no, il contratto non obbliga certo Conte a favoritismi nella famiglia di griffe. Però se uno paga due terzi e l’altro un terzo dello stipendio, chi decide un domani di conferme o esoneri, prolungamenti o addii di contratto per il ct, la Puma o la Lega Calcio?

Infine ultima domanda: quattro milioni netti all’anno, cioè il doppio lordi. Otto milioni di euro, più di quanto guadagna l’allenatore della Germania campione del mondo, più di quanto Conte guadagnava alla Juventus, appena sotto quanto guadagna Fabio capello ma lì pagano i russi e perfino loro si sono stufati di pagare tanto un allenatore di una nazionale di calcio. Non è solo che sono in astratto troppi, è che sono troppo furbi per essere veri. Antonio Conte avrà un premio pare di circa un milione di euro se l’Italia si qualifica ai prossimi europei. La qualificazione dovrebbe essere, visto le concorrenti nel girone, il minimo sindacale. E altro premio in denaro a Conte se riporta l’Italia al nono posto del ranking internazionale. Insomma un milione e mezzo di premi per non farsi buttare fuori da Lituanie, Cipri e simili e per scavalcare in classifica tipo Grecia e Portogallo.

Complimenti a chi ha fissato gli obiettivi/premio. Ricordano quelli dell’Ama a Roma dove c’è il premio per chi arriva in orario al lavoro e poi, dopo essere arrivato, si mette anche a lavorare. Scusino, dottor Conte, dottor Tavecchio e signora Puma, se non si qualifica agli Europei e resta quindicesimo nel ranking, c’è una multa nello stipendio del ct pari, che so, alla metà dei premi? No? Chissà perché, ma non siamo sorpresi della risposta.

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