Benzina e Iva, il cappio si allenta. Centesimi in meno e stop aliquota?

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 8 Maggio 2012 - 14:44 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Forse il cappio si allenta, forse la benzina cala di qualche centesimo e forse, molto forse, l’aumento di due punti dell’aliquota Iva slitta o meglio ancora si perde nel tempo. Il forse è purtroppo d’obbligo anche perché, quando si parla di tasse e di diminuzione delle tasse in particolare, alle parole non sempre seguono i fatti. Ma le parole, nel loro piccolo, lasciano intravedere uno spiraglio. Il ministro Corrado Passera incontra oggi (8 maggio) i rappresentanti della compagnie petrolifere per chiedere un alleggerimento del prezzo dei carburanti e, contemporaneamente, il governo è al lavoro per rimandare, se non scongiurare, il prossimo aumento dell’Iva previsto per ottobre. Nulla di fatto per ora, ma sperare è lecito.

Sul fronte Iva il ministro Passera ha probabilmente gettato il cuore oltre l’ostacolo chiedendo ai suoi colleghi di “ fare di tutto per evitare l’aumento dell’Iva, anche attraverso le misure per la spending review”. Il viceministro all’economia Vittorio Grilli è stato più prudente precisando che i risparmi derivanti dalla spending review potranno essere utilizzati per “rimandare” l’aumento dell’Iva dal 21 al 23 per cento. Questo perché tra rimandare e sospendere l’aumento corrono diversi miliardi, come nota Repubblica: “il rinvio dell’aumento previsto dal 1 ottobre vale circa 3,2 miliardi, mentre se si volesse eliminare l’aumento consolidato nel 2013 (finalizzato anche al pareggio di bilancio) ci vorrebbero 13,1 miliardi. Se poi si volesse arrivare ad una sterilizzazione anche del 2014 (quando è previsto un ulteriore rincaro di mezzo punto dell’Iva) la cifra salirebbe a 16 miliardi”. Una differenza non da poco quindi. Per gli italiani però, anche se solo rinvio fosse, sarebbe comunque una buona notizia che, per quanto piccola, dopo mesi e mesi di cattive notizie sul fronte tasse potrebbe dare un po’ di fiducia. Come saggezza popolare insegna “non è una rondine a far primavera”, e non sarà la posticipazione di un aumento a far crescita o a far tornare il sereno nei conti degli italiani, ma sarebbe comunque meglio di un nuovo aggravio.

Speranze più immediate, e anche più concrete, arrivano invece dal fronte benzina. I carburanti si sa, nel nostro Paese costano più che nel resto d’Europa. E i petrolieri, lestissimi nel ritoccare i listini quando il costo del greggio aumento, sono tradizionalmente meno svelti nell’adeguarli quando scende. Proprio su questo aspetto verterà l’incontro tra il ministro per lo sviluppo economico e i rappresentanti delle compagnie petrolifere: accelerare i ribassi quando il mercato lo consente e portare i prezzi più in linea con il resto del continente. Questione antica e mai risolta quella del prezzo dei carburanti nel nostro Paese ma, tra il costo ormai proibitivo raggiunto che intacca i consumi, e un mercato che al momento lo consente, gli automobilisti possono legittimamente sperare.

E già nel fine settimana Eni, leader del mercato italiano, ha raccomandato ai distributori un taglio di 2,5 centesimi per la benzina e 1 centesimo per il gasolio. Taglio che ancora non si è materializzato alla pompa ma che ha spinto anche le altre compagnie a muoversi nella stessa direzione: Shell – 1 centesimo sulla verde e – 0,5 sul diesel; TotalErg – 0,8 centesimi solo sulla verde; IP – 1,5; Q8 – 1,2 e Tamoil – 0,5. Tagli che, secondo le associazioni dei consumatori, sono ampiamente insufficienti a fronte dell’aumento che i carburanti hanno registrato nell’ultimo anno (+20%) e della diminuzione del costo del greggio, sceso del 15% nelle ultime settimane.

Come ripetono incessantemente i produttori però, sul prezzo alla pompa, incidono anche e abbondantemente le accise, cioè le tasse. E anche su questo aspetto Passera è voluto intervenire impegnandosi a ridurre la pressione fiscale sulla benzina e sul gasolio, cresciuta ancora con la manovra “salva Italia”. Anche per queste riduzioni le risorse andrebbero trovate attraverso alla spending review o dalla lotta all’evasione. L’impegno del ministro quindi deve prima trovare una copertura ma, per la prima volta da mesi, gli italiani non vedono davanti a loro solo “lacrime e sangue”.