ROMA – Movimento 5 Stelle vs Partito Democratico, Beppe Grillo contro Matteo Renzi. Sarà questo il “frontale” delle prossime elezioni europee. Una partita a due, un vero e proprio duello. Per vincerlo Beppe Grillo cerca stasera il “botto” in tv, va da Enrico Mentana a La7, accetta niente meno che di parlare con gli odiati giornalisti. Evidentemente per Grillo il gioco vale la candela e Bruxelles val bene un’intervista, anche due o tre se necessario.
Beppe Grillo punta al sorpasso ai danni del Pd e punta a far diventare il suo movimento la prima forza in Italia il 25 di maggio, quando si vota per le Europee. Per realizzare l’obiettivo rompe uno dei suoi dogmi più sacri accettando di parlare con la stampa. Una strategia nuova per il leader dei 5Stelle che oggi mette a segno in questo senso un uno/due fatto dell’intervista apparsa su Repubblica questa mattina e della partecipazione di questa sera a La7, ospite di Enrico Mentana.
L’obiettivo…era stato indicato da Roberto Fico (M5S): “Un voto in più del Pd”. E’ stato confermato da Gianroberto Casaleggio che lo conosceva ben prima di Fico, cui era solo scappata l’anticipazione. R’ stato alla fine ufficialmente proclamato da Beppe Grillo: 25 parlamentari europei su 82 sono più o meno, più o meno equivalgono ad una percentuale del 30 per cento dei voti espressi. Grillo vuole M5S il 25 maggio più vicino al 30 per cento che al 25 per cento. Di questo dato ha bisogno per superare o tenere il fiato sul collo del Pd di Renzi. Se ce la fa, se Grillo ed M5S fanno il botto alle Europee, Renzi ha quasi finito prima di cominciare. Simmetricamente, se Pd di Renzi fa 30 per cento e M5S di Grillo fa 25 o qualcosa in meno, allora è Grillo che va in debito di ossigeno.
L’obiettivo dichiarato dei grillini è quello di “dire a nuora perché suocera intenda”: una vittoria alle Europee e immediate e drastiche conseguenze politiche in patria. “Vinceremo e il Pd dovrà trarne le conseguenze”, ha ripetuto Grillo nell’intervista a Repubblica. Un’affermazione che è la ripetizione di quanto già detto e sottolineato da Casaleggio e Fico in altre circostanze: vincere alle Europee e poi ottenere crisi di governo e da Napolitano scioglimento delle Camere. Alle elezioni europee di maggio i grillini puntano al sorpasso, a raggiungere quel voto in più rispetto al Pd che li accrediterebbe come prima forza politica del Paese. E puntano a questo risultato non tanto, o almeno non solo, per cambiare l’Europa. Ma puntano a questo risultato per far saltare i già delicati equilibri su cui si regge il governo di Matteo Renzi.
E puntano al sorpasso anche per esigenze di “sopravvivenza”, per quanto di sopravvivenza politica si tratti. Se infatti Renzi e il suo governo riusciranno a portare a case delle riforme, specie quelle come l’abolizione del Senato così come è oggi, il consenso nei confronti del M5S non potrà che scendere, venire eroso da fatti che superano la carica distruttiva del movimento da Grillo pensato. Ecco perché, dunque, le elezioni di maggio sono un’occasione unica e, insieme, forse irripetibile per Grillo e i grillini. Delle elezioni in cui Casaleggio & co. possono facilmente puntare sul diffuso sentire antieuropeo che c’è anche nel nostro Paese. Elezioni europee che si ridurranno e già si sono ridotte ad una sorta di derby. Il Nuovo Centro Destra come Sel, Fdi e perfino Forza Italia come comprimari se non comparse del film. Anche Forza Italia, impantanata nelle vicende giudiziarie del suo leader e, anche per questo, ancora alla ricerca di una quadra sulle candidature, non è in questa primavera un avversario temibile.
“Lei parla di portare a Strasburgo fino a 25 parlamentari, con ovvie conseguenze per la politica nazionale. Non teme la popolarità del governo Renzi? – chiede Antonio Tricomi a Grillo su Repubblica – ‘Vinceremo e il Pd dovrà trarne le conseguenze – risponde Grillo -. In Italia non c’è un governo Renzi, c’è solo Renzi. C’è una conduzione del Paese molto cinica. Non esiste nessuna copertura scritta per i provvedimenti presi. E poi scusate, quale popolarità? Quando cominci a toccare le pensioni la gente non ti vota più’”.
Una sintesi abbastanza efficace per spiegare la strategia del M5S in vista del prossimo appuntamento elettorale. Meno efficace è Grillo quando spiega la “mission” degli eletti M5s in Europa, segnatamente a Strasburgo: “Sapete che la squadra di traduttori che lavora a Strasburgo deve tradurre le leggi in 28 lingue? – dice Grillo – Ve lo immaginate, tradurre una legge dal lituano al rumeno? Chi li controlla, questi traduttori?”. Controllori di traduttori, commenterebbe Vulvia/Corrado Guzzanti.
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