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Boldrini contro Renzi se si vota: idea del Pd di sinistra

di Alessandro Camilli |16 Ottobre 2022 9:41

ROMA – E se a Bersani va buca? Se Bersani a far vivere un governo non ci riesce nonostante l’applicazione del “metodo Grasso” alla lista dei ministri. Se tutti quei nomi, quelle ministre e ministri “alla Grasso” alla fine non seducono anzi irritano M5S e Grillo? Se il day after del MoVimento, se il fall out della divisione su Grasso-Schifani-scheda bianca al Senato sarà un irrigidirsi del movimento e dei suoi gruppi parlamentari?

Se la paura diffusa di nuove elezioni non basterà a far da argine e non sarà colla e culla di un governo a guida Pd e al buon cuore e alla buona volontà degli altri? Se insomma finisce nonostante tutto a elezioni già a giugno o ottobre 2013 che si fa a casa Pd?

Si va a chiedere il voto degli italiani pari pari, tali e quali con Bersani candidato premier? Qualcuno lo farebbe pure, qualcuno pensa che si possa fare. Al Pd l’altoforno della fantasia è di quelli che non si spengono mai. Altri pensano: si va a chiedere il voto con altri alleati, altre parole d’ordine, altra campagna elettorale e altro leader, nel caso Matteo Renzi. Con Renzi il 25% raccolto dal Pd (circa 30% in coalizione) può diventare 20% e anche meno perché Renzi perde voto a sinistra. Però con Renzi si rischia sia il 20% che il 40%.

Perché Renzi recupera voto a destra e pure voto “grillino”. Renzi è l’unico, sembra l’unico, che possa unire e fondere, non si sa fino a che punto, voto di destra, voto “grillino” e voto “responsabile ed europeo”. Con Renzi candidato premier si rischia grossa punizione e grosso premio. Perchè con Renzi candidato premier si abbandona la elettorale regola prima del Pd: tenersi tutti i voti “propri”. E si pratica la regola seconda delle elezioni, quella che il Pd non usa mai: provare a prendersi i voti altrui.

Molti, alcuni, non si sa quanti sostengono nel Pd non ci sia altro da fare: ormai la regola prima è saltata, i voti “propri” se ne è presi mica pochi Grillo. Non resta che tentare la regola seconda: proovare a prendere i voti altrui. Con la regola-comandamento di Bersani al prossimo giro non è che non si vince, si perde proprio, si arriva terzi dopo Grillo e Berlusconi.

Ma a molti, alcuni, tanti del Pd  proprio non piace e non va giù l’idea di lasciar per strada voti a  sinistra e soprattutto di consegnare il partito e il paese ai “destri”, destri del Pd s’intende. I peggiori “destri”, secondo i “sinistri” del Pd. Per cui: sbarrare la strada a Renzi. E come si fa? Con un nome nuovo, nuovissimo e di sinistra da portare in funzione anti Renzi alle prossime primarie del Pd e di coalizione. Il nome? Laura Boldrini. Elementare, evidente soluzione stanno pensando e soprattutto, soluzione di sinistra. Cioè capace la Boldrini di aspirare voti e non solo applausi nel mondo M5S. Davvero?

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