MILANO – Il direttore, la valigetta e l’amante cubana. Titolo perfetto per un B–Movie all’italiana, ma non di un film si tratta, è la sintesi dell’ultima vicenda in cui il direttore Emilio Fede si trova invischiato. Una storia di soldi, presunti, portati in Svizzera in una valigetta, di una fantomatica amante cubana che appare e scompare, e di un complotto per scalzare Fede dalla sua poltrona. Dopo appena 30 anni di direzione, come sottolinea Michele Serra.
La storia è quella dei 2,5 milioni di euro che il direttore del Tg4 avrebbe tentato di portare in Svizzera alla fine del 2011. Tentato, perché la banca svizzera a cui Fede si sarebbe rivolto, (cosa alquanto incredibile) avrebbe rifiutato quelle banconote portate in una valigetta come in un filmaccio qualsiasi. Rifiutate perché di dubbia provenienza. E non solo avrebbe rifiutato i contanti, ma avrebbe anche avvertito le autorità italiane che avrebbero quindi avviato degli accertamenti.
Accertamenti che avrebbero effettivamente dato dei riscontri, come il riconoscimento di un auto intestata a Mediaset, come quella in dotazione a Fede, che effettivamente a Lugano sarebbe andata. Condizionale d’obbligo non solo perché non c’è nulla d’accertato, ma perché lo stesso Fede smentisce categoricamente e anzi, rilancia, parlando di un complotto ordito contro di lui. Forse dentro Mediaset stessa. La trama c’è tutta.
Anzi no, manca un elemento, fondamentale, la femme fatale. Ma non temete, c’è anche lei. Nei panni dell’amante cubana. Amante che spuntò per la prima volta in relazione al conto “agave”, legato al triangolo Mora – Fede – Berlusconi. Conto di cui la cubana sarebbe stata la gestrice. Dopo quella prima fugace apparizione di lei non si seppe più nulla, almeno fino a ieri (27 marzo) quando la vediamo ricomparire sulle colonne del Corriere della Sera, collegata al tentativo andato a vuoto di depositare la famosa valigetta. Sul sito del Corriere della Sera appare un’ultima riga che più o meno suona così: “In passato Fede aveva spiegato che la gestione del suo conto in Svizzera era nella mani di una sua amante cubana”. Firmato Fiorenza Sarzanini. Lì per lì i media ignorano o non leggono fino all’ultima riga. Ma Geppy Cucciari ci fa caso e come e GDay su La7 in serata dedica spazio e tabellone al fantomatico personaggio. La mattina dopo l’amante cubana riappare su La Repubblica, Michele Serra nella sua “Amaca” ci scherza su: “Ora – strepitoso sussulto per un ottuagenario – compaiono una valigia piena di quattrini e una misteriosa “amante cubana”, che a noi piace immaginare molto matura, ma ancora in grado di accennare una rumba”.
Soprattutto l’amante cubana riappare sempre su la Repubblica in intervista a Fede a pagina 18. Lui, Fede, più o meno smentisce o forse soprattutto conferma: “la cubana…adesso mi chiede cose delicate e molto intime, era una conoscente comunque”. Insomma la cubana c’era, anche se non si quale ruolo avesse in commedia. Forse non proprio di amante, visto che nella stessa intervista Fede giura di fare tutto “per la famiglia e per mia moglie”. Prosegue Fede: “Ragiona: io ho due milioni e mezzo in contanti, e che faccio? Li metto in una valigetta, attraverso il confine con quel malloppo e mi presento in banca a Lugano, dopo che a Lugano, proprio in banca, è successo quel che è successo con la vicenda di Lele Mora?” racconta al Corriere della Sera. Non ci sta e rilancia qualcosa che è più di un’ipotesi, almeno stando alle sue parole: si tratta di un complotto. “Le ipotesi sono tre: o c’è un caso di omonimia, ipotesi in cui spero; o c’è una casuale e pazzesca somiglianza con qualcuno, ipotesi possibile ma remota; oppure c’è stato qualcuno che è andato lì, allo sportello bancario di Lugano, spacciandosi per me… e questa, purtroppo, è l’ipotesi più plausibile” spiega sempre al Corriere della Sera. Mentre al Tg di Mentana aggiunge: “Spero che chi ha organizzato questi servizietti da toilette non abbia scheletri nell’armadio, magari un trans”.
Il complotto, almeno nella testa del direttore del Tg4, non è un’ipotesi, ma ha un nome e cognome, che però Fede non svela: “E’ un falso organizzato. Qualcuno ha agito contro di me, per conto di qualche altro, si torna alla carica per mettermi in difficoltà e convincermi a lasciare la direzione del Tg4. È un falso che per me ha nome e cognome”. Generalità del colpevole ignote quindi, ma Fede svela però dove e perché il complotto potrebbe esser stato ordito: in Mediaset, da qualcuno invidioso dei suoi successi. Successi di cui Fede non si vergogna, anzi racconta ancora al Corriere della Sera: “Io mi sto faticosamente rialzando dopo la triste vicenda di Ruby, e sto cercando di dimostrare di non avere colpe… Evidentemente, però, c’è qualcuno a cui continuo a dare fastidio… sì, questo direttore che dirige da così tanti anni, purtroppo, sta sulle scatole a qualche invidiosetto”.
Dentro Mediaset? Domanda l’intervistatore: “anche (…) sai, io gli ho detto: fatemi arrivare all’autunno, poi vi lascio il Tg4 e mi candido alla Camera con il Pdl, perché con Berlusconi sono già d’accordo (…) Ci siamo accordati così: mi danno una buonuscita, non clamorosa, ma equa per quello che ho fatto e dato in tutti questi anni. Poi avrò dei benefit, tipo l’autista e la segretaria. Poi un programma in prima o seconda serata su Retequattro, l’incarico fantasma ma comunque prestigioso di direttore editoriale dell’informazione e, infine, un contratto di consulenza di tre anni più due”. Non male per un ottuagenario.