ROMA – Una nota soddisfatta e di fatto congiunta della Authority per il gas e l’energia e del Ministero dello Sviluppo economico annunciano la lieta novella: bollette della luce meno care. Una lieta novella seconda il ministro Federica Guidi già in atto: le famiglie stanno, dice il Ministero, già risparmiando 300 circa milioni di euro in bolletta e a fine anno arriveranno ad aver pagato l’energia elettrica in casa un miliardo di euro in meno. Meglio ancora per le piccole e medie imprese, qui il risparmio di spesa sarà a consuntivo 2015 quasi il triplo, 2,7 miliardi. I conti ufficiali dicono: bollette della luce 2015 per le famiglie giù del 3 per cento, bollette giù di 8/10 per cento per le Pmi.
Bene, bravi, bis. Ciascuno farà i suoi conti a fine anno e vedrà se la lieta novella era panna di chiacchiere e numeri montati, vanagloria governativa oppure reale stima di mancati esborsi e quindi concreto aiuto all’economia domestica e aziendale ed effettiva riforma della condizione italiana che vede il costo dell’energia superiore in media del 30 per cento a quello sostenuto dai competitori e consumatori degli altri paese europei.
Una cosa sola è già certa da oggi: a Roma i clienti Acea, quelli che hanno un contratto di fornitura di energia elettrica con l’Acea, la gran parte della città, non avrà nessuna diminuzione della bolletta. E questo per un acclarato, documentato, sperimentato, perfezionato dato di fatto che a Roma va avanti da anni e che incredibilmente viene ignorato, tollerato, consentito da governo nazionale e locale. Il dato di fatto è che Acea adotta un modello di businness unico al mondo: fa pagare l’importo in bolletta determinandolo in maniera programmaticamente e sistematicamente svincolta dai consumi effettivi di energia.
Sì, avete capito bene: potete consumare quanto volete, Acea vi addebiterà un consumo sulla base di parametri tutti suoi. Che quali siano non si sa ma più o meno a occhio uno di questi parametri si intuisce: i consumi messi in bolletta sono mediamente all’incirca il 30 per cento di quelli reali. Nessuna pretesa di scientificità in questa stima, poggia però sull’esperienza di vita vissuta di decine di migliaia di famiglie.
Acea vi dirà, anzi a voi utenti Acea non dice e dirà nulla e tra qualche riga vedremo come ha scelto il mutismo come comunicazione aziendale…Acea direbbe a qualche Authority se qualche Authority lo chiedesse che si tratta di “consumi stimati” che poi vengono “conguagliati” verso l’alto o il basso in bolletta quando arriva la lettura reale del contatore. Non è vero, semplicemente, drammaticamente non è vero. Ad Acea viene consentito, è tollerato che Acea di fatto non effettui nessuna lettura reali dei contatori. La lettura è infatti delegata a imperscrutabili strutture “di zona” che non hanno luogo fisico o recapito o identità alla portata, raggiungibile dal consumatore. Ad ogni contestazione, bolletta più alta e consumi reali alla mano, Acea si ripara, defila e sottrae dietro queste entità che hanno “stimato” e “provvederanno”.
A memoria d’uomo a Roma non si ha notizia di un conguaglio a favore del consumatore. Ai fortunati il conguaglio, se e quando arriva in forma di comunicazione, attesta che con Acea si è pari e patta. Leggende, leggende o storie, metropolitane vogliono che Acea abbia “esternalizzato” la lettura dei contatori e quindi la fatturazione delle bollette. Esternalizzato queste attività affidandole a società che molto risparmiano sui costi: infatti non leggono le bollette e fatturano bollette prendendo i consumi standard degli anni precedenti e applicando ricarica del 30 per cento o giù di lì. Leggende, o storie, metropolitane che trovano narratori anche in operatori “confidenziali” del numero verde Acea. Asfissiati dalle proteste e inabilitati a risolvere alcunché, ogni tanto qualche operatore si sfoga e almeno a parole passa dalla parte dell’utente, insomma “confessa”.
Anche ai vertici Acea un po’ confessano, in privato per carità. Se hai bollette improvvisamente aumentate del 30%/50%, se non è servito a nulla comunicare via telefono, via fax, via email i consumi reali…se chiami qualcuno in azienda potendo e sapendo chi chiamare, allora ti dicono di fare in modo che la tua bolletta divenga materia per l’ufficio legale, è l’unica per poterla governare la bolletta, altrimenti anche in Acea non sanno come fermare il meccanismo Acea.
La cronaca di Roma del Corriere della Sera ospita un giorno sì e l’altro no una lettera di un utente Acea che ha visto bollette aumentate totalmente sganciate dai consumi reali, che ha fatto inutili auto letture del contatore, che ha invocato letture reali da parte dell’azienda…Il quotidiano chiama ufficio stampa Acea che un giorno sì e l’altro no sempre riconosce: è stato un “disguido” tecnico e promette soluzione. Ma dieci, cento, mille possono essere disguidi. Quando invece ogni bolletta è un disguido è un metodo.
Il metodo Acea prevede l’inaccessibilità dell’azienda da parte dell’utente. Il numero verde è privo di capacità operativa, gli operatori possono solo parlare, illudere, consolare. E questa è una scelta di politica aziendale. L’invio di fax espressamente richiesti ha la stessa percentuale di ricevimento e risposta del biglietto messo in bottiglia a navigare per raggiungere l’altra sponda dell’oceano. Le modalità con cui si devono richiedere controlli su bollette e contatori sono tanto bizantine quanto elusive: devi fare un mucchio di cose e, anche se le fai, non succede nulla. Leggenda metropolitana vuole che Acea, azienda semi pubblica e cara alla politica locale di ogni colore, sovrastimi bollette e consumi anche per apparire più “finanziabile” di quel che in realtà è da parte delle banche: monte bollette da riscuotere più alto della realtà, Acea più patrimonializzata della realtà. Ma forse sono solo leggende, forse è solo pigrizia, inefficienza, maleducazione civica e aziendale.
Come che sia, è un metodo consolidato. Capace di assorbire, azzerare, rendere nullo ogni calo nazionale del costo dell’energia elettrica. Costa di meno? Bene, la bolletta resterà uguale magari ritoccando di un pochino i consumi stimati. Facile, redditizio, sicuro: un modello aziendale unico al mondo, i clienti pagano non quel che comprano ma la cifra che serve all’azienda. Lo conoscono Matteo Renzi e Federica Guidi il metodo Acea? Se nulla ne sanno gli diano un’occhiata, se lo facciano raccontare. E, già che ci siamo, ne sapeva qualcosa Alemanno sindaco, ne sa qualcosa il sindaco Marino? O al Campidoglio è tradizione fare il pesce in Acea barile?
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