Internet grande black-out è possibile… per riaccenderlo ci vogliono 2 giorni

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 1 Luglio 2013 - 10:15 OLTRE 6 MESI FA
Internet spento? Tecnicamente possibile...

Internet spento? Tecnicamente possibile…

ROMA – “Un mondo migliore è possibile”, recita un celebre slogan. Ma un mondo senza internet è possibile? La risposta è, in realtà, ovviamente sì. Non solo è possibile, ma sino a “ieri” così è stato. Ma che mondo sarebbe e, soprattutto, noi umani abituati a passare gran parte del nostro tempo con gli occhi, e ormai anche le dita, appiccicate a piccoli o grandi schermi, come reagiremmo?

Interrogativi teorici sì, ma sino ad un certo punto. A domandarsi cosa accadrebbe e se è realmente possibile che la Rete faccia crash o, come si usava dire un tempo, muoia, sono esperti del settore e sociologi, filosofi ed economisti, oltre che i semplici utenti. Il Corriere della Sera, nel suo settimanale Sette in un articolo a firma di Michele Neri, ha provato ad immaginare come potrebbe essere un mondo, di nuovo, senza internet, ed ha raccolto alcune tra le opinioni dei principali nomi che sulla possibile caduta della rete si sono interrogati.

Qualche esperto della Rete comincia a pensarci. Per esempio Danny Hillis, ingegnere americano, in Internet dai primi momenti (il terzo dominio registrato è suo). Alle ultime ‘Ted Conferences’, il suo intervento s’intitolava: ‘Internet potrebbe andare in crash. Ci serve un piano B’. Secondo Hillis, la colpa è dello spirito con cui la Rete è stata costruita, basato su fiducia e altruismo. All’inizio era un mondo piccolo, a immagine dell’etica dei ricercatori. In pochi anni Internet ha raggiunto miliardi di persone. E questo significa fragilità. Significa che dentro la Rete vivono personaggi non proprio candidi, e che quindi attacchi deliberati, o spiacevolissimi errori involontari, possono capitare, e capitano sempre di più. (…) Credibile? Uno che di Internet conosce tutto è Vint Cerf, tra i gentiluomini che hanno messo a nostra disposizione la Rete, nel gennaio del 1983. Cerf ha risposto a Hillis con un intervento, sempre alle ‘Ted Conferences’, in cui ha detto: non penso che possa succedere, ma è ora di pensarci. Un: per ora ‘We manage ok’ (più o meno ‘ce la stiamo cavando’)”.

Per Cerf la caduta della Rete “è tecnicamente possibile, ma improbabile”. Sintesi probabilmente corretta che evidentemente include però la possibilità che il crash avvenga. Nonostante però questa possibilità esista, e qualcuno cominci a porsi il problema di cosa accadrebbe, interessante è provare ad immaginare quali sarebbero le ripercussioni sulle vite di tutti noi. In primis, nessuno potrebbe leggere questo articolo. Poco male certo, ma solo per il singolo caso perché, su scala globale, il mondo dell’informazione tornerebbe ad essere molto meno accessibile. La primavera araba non fiorirebbe mai o dovrebbe trovare altre vie di crescita, così come la rivolta turca. Fatti locali ben “coperti” non arriverebbero mai o con molta difficoltà all’opinione pubblica globale.

La prima conseguenza di una caduta della rete sarebbe quindi una sorta di dito nell’occhio dell’informazione. Ma la seconda conseguenza sarebbe probabilmente ancora peggiore, perché senza la rete le borse mondiali sarebbero prese dal panico e, forse, non collasserebbero solo perché sprovviste anche loro del mezzo tecnico, internet appunto, per farlo. Prenotare un aereo tornerebbe ad essere un’impresa, le mail, anche quelle di spam, cesserebbero di esistere e tutta la comunicazione interpersonale, da quella lavorativa a quella più privata, verrebbe rivoluzionata.

Niente mail appunto, niente videochiamate, niente whatsapp, niente… E ancora, per pagare una bolletta o fare un bonifico torneremmo ad aver bisogno di andare in banca o alla posta, per trovare un indirizzo dovremmo di nuovo chiedere ad un passante e per rivedere una battuta di un film, o chiarirci un dubbio qualsiasi, non potremmo più contare sull’aiuto di google e youtube.

Perderemmo poi, con il collasso della rete, buona parte della nostra memoria. Dalla memoria del telefono con la sua rubrica alla memoria vera e propria, quella fatta di video e di foto che ogni giorno produciamo ed automaticamente archiviamo in rete, che questo avvenga attraverso social network, cloud o altro poco importa, con la fine di internet perderemmo tutto.

Sarebbe, in un certo senso, l’inizio di un nuovo medioevo. Se l’età di mezzo ebbe, un millennio e mezzo fa, tra le sue cause la perdita della cultura classica, la scomparsa dal bagaglio culturale occidentale di una serie di nozioni e tecniche acquisite nel passato, oggi, con la scomparsa di internet, vivremmo qualcosa di simile.

Ma come potrebbe andare in off la rete, lo scienziato americano David Eagleman , racconta ancora Neri su Sette

 “ha immaginato quattro scenari per un blocco su larga scala della Rete. Una grande eruzione solare che, oltre a far impazzire i satelliti, provochi anche una tempesta geomagnetica sulla Terra. I cyber-attacchi: alla fine di marzo di quest’anno si è verificato il più grande di sempre. Mandante: Cyberbunker, un server olandese che ha sede in un vecchio bunker. Manovalanza: bande russe e dell’Europa dell’Est. Destinatari: i server di Spamhaus, ong che combatte lo Spam. Metodo adoperato: si chiama DDoS, “Distributed Denial of Service”; consiste nell’inondare il bersaglio con quantità immense di traffico, rendendolo irraggiungibile dagli altri. Risultato: la Rete di tutto il mondo ha rallentato. Il crash può dipendere da una decisione politica. Gli effetti possono essere paradossali. Data l’imprevedibile complessità della Rete, chiudere a chiave una stanza potrebbe far cadere l’intero palazzo. L’ultimo caso, il taglio dei cavi sottomarini, è forse il più pericoloso, perché la maggioranza del traffico Internet viaggia lungo collegamenti sul fondo del mare. Pochi mesi fa sono stati arrestati tre sommozzatori. Stavano tagliando i cavi nei fondali davanti ad Alessandria d’Egitto”.

Internauta avvisato…