Italia: mille musulmani sospetti. Imam ok e anche no

Italia: mille musulmani sospetti. Imam ok e anche no
Italia: mille musulmani sospetti. Imam ok e anche no

ROMA – In Italia risiede, vive, lavora, tiene famiglia, prega e campa circa un milione e mezzo di musulmani, la gran parte (98%) di fede sunnita. Di questo milione e mezzo in forma più o meno preoccupata e massiccia lo Stato italiano tiene d’occhio un migliaio di persone, soprattutto giovani. Anti terrorismo o semplicemente Forze dell’Ordine hanno di fatto stilato una lista di mille musulmani sospetti.

Sospetti di cosa? Alcuni sospetti perché parlano e scrivono di guerra santa e alla guerra contro l’Occidente corrotto e blasfemo inneggiano. Parlano e scrivono così, nelle moschee e sul web. Parole e almeno fino a prova contraria, nulla di più per alcuni dei mille. Ma non sono queste parole solo opinioni (anche se un po’ troppa magistratura italiana indulge a considerare la propaganda pro guerra santa un’opinione la cui libertà di circolazione va tutelata). Non sono solo opinioni e comunque in un sistema democratico e liberale il proposito dello sterminio altrui non dovrebbe essere pari a qualunque altra opinione politico, etico, religiosa…

Non sono solo opinioni perché spesso a fianco o subito dopo quelle parole dette o scritte, arrivano atti concreti di appoggio a quelli che la guerra santa contro l’Occidente la fanno o la preparano. E’ poca l’acqua in Italia dentro la quale nuota il “pesce” del terrorismo filo Isis. Poca acqua ma quei mille sono quella acqua.

Mille su un milione e mezzo sono proporzionalmente poca cosa: uno su 1.500. Ma se quei mille sospetti diventano tutti una rete, allora poca cosa non sono. Mille combattenti sono un’esercito. Tra i mille sospetti italiani di soldati di Isis ce ne saranno non più di due o tre decine. Di possibili fiancheggiatori…arriviamo a centinaia. Di gente che parla e scrive e non farà altro…le centinaia che mancano per fare mille.

Oltre il cerchio dei mille sospetti c’è il comune sentire dei musulmani in Italia. E questo dipende molto dagli Imam. Ci sono quelli che si stanno organizzando per venire in mille a Roma a giurare sulla Costituzione italiana in una cerimonia in cui canteranno l’inno di Mameli. Quindi ci sono gli Imam “repubblicani”. Ma ci sono, eccome se ci sono, gli Imam fai da te. E tra questi i per così dire repubblicani e italiani di cultura civile sono invece pochissimi. Ed è nella predicazione dell’Imam fai da te che risuona inconfondibile e netto il rancore e l’ostilità verso l’Occidente e i suoi valori. Attenzione, non sola la diversità musulmana rispetto a quei valori. No, l’ostilità a quei valori di cui il buon musulmano deve essere nemico.

Ecco dunque il cuore del problema: in Italia non c’è gran retroterra logistico e di assistenza per i terroristi, c’è però una zona culturalmente “grigia”. Va bene, ovvio che la stragrande maggioranza dei musulmani italiani si dichiari contro i killer, gli attentati, le uccisioni indiscriminate e di massa. Ovvio, necessario. Ma tutt’altro che sufficiente o meglio tutt’altro che culturalmente scevro di ambiguità. Se e quando i musulmani che vivono in Italia riconosceranno come valore positivo la pluralità delle fedi religiose (cosa che non fanno), se e quando riconosceranno come valore positivo la tolleranza, se e quando accetteranno che Stato non è religione e viceversa, se e quando accetteranno che qui dove vivono le donne, anche le loro donne, non sono umani di natura e diritti inferiori, allora e solo allora si potrà dire che quei mille musulmani sospetti sono poca cosa rispetto al milione e mezzo di cittadini italiani musulmani.

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