Italians: dichiarati 783, spesi 918 miliardi Ue a Monti: poco contro gli evasori

ROMA – Gli italiani, nel 2009, hanno dichiarato al fisco redditi per 783.2 miliardi, ma hanno effettuato acquisti per 918.6 miliardi. I 130 miliardi circa di differenza da dove sono saltati fuori? Ovvio, dal’economia sommersa, dall’evasione. Evasione che è il trait d’union tra noi e la Grecia. Brutto, pessimo elemento comune che richiama alla mente “italiani, greci, una faccia una razza”. La battuta del film Mediterraneo che sottolineava le somiglianze e le affinità tra noi e i greci. Affinità che sono purtroppo negative per lo più. Se il nostro amore per l’evasione lo certificano i numeri, ai greci lo ricorda Christine Lagarde, direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale. Lagarde che in sostanza ha sottolineato come le dure condizioni dei greci siano in buona parte frutto delle loro politiche passate. Politiche d’evasione ovviamente.

Il governo Monti ha realizzato importanti passi avanti nella ristrutturazione dell’economia italiana, ma non ha fatto abbastanza per contrastare l’evasione fiscale e il lavoro nero. E’ l’analisi che si legge nella bozza del rapporto della Commissione europea che sarà diffuso mercoledì prossimo, anticipato oggi dal Financial Times con la precisazione che le 29 pagine di analisi e le sei pagine di raccomandazioni allegate possono ancora essere modificate. Modifiche a parte però è chiaro che Monti e il suo governo, stretti dall’esigenza di risanare i conti, hanno pescato lì dove potevano, cioè su chi, per voglia o per obbligo, dichiara al fisco tutto quello che guadagna. La fretta di reperir fondi ha imposto questo scelta al governo italiano, che però deve ora, e probabilmente avrebbe già dovuto, mettersi al lavoro sull’evasione e sull’economia sommersa. I lavoratori onesti non sono ulteriormente tassabili, e come svela, se ancora ce ne fosse bisogno, uno studio del Sole24Ore ripreso da La Stampa, il sommerso in Italia ha dimensioni inaccettabili.

“Secondo i dati dell’Istat – scrive il quotidiano torinese – nel 2008 la parte fiscalmente sommersa dell’economia, lavoro nero compreso, valeva addirittura 255-275 miliardi. Parliamo di un ammontare che sta tra il 16,3 e il 17,5% del Prodotto interno lordo. Le cose non vanno allo stesso modo in tutti i settori: l’incidenza è ‘solo’ del 12% nell’industria, del 21% nei servizi e nella finanza, del 30% in agricoltura, del 50 per cento addirittura nel turismo. Un flusso di ricchezza su cui non viene pagato un euro di tasse o contributi. Se, ipoteticamente, si riuscisse a percepire il 10% di imposte su questo reddito, ogni anno entrerebbero nelle casse dello Stato 27 miliardi di euro. Una supermanovra extra annuale; oppure, una riduzione del prelievo di ammontare analogo per i cittadini. (…) Nel 2009 gli italiani hanno dichiarato al fisco redditi per 783,2 miliardi, ma hanno effettuato acquisti per 918,6 miliardi. In pratica, ogni 100 euro registrati nel modello Unico e nel 730, ne sono stati spesi 117, con punte vicine a 140 in Calabria e Sicilia. Regioni, quelle meridionali, dove secondo alcuni studi il livello di propensione all’evasione è decisamente più elevato rispetto al centro-nord del paese. Studi che però non tengono conto dell’evasione ‘legale’ effettuata dalle società grandi o piccole, ovviamente molto più diffuse nelle aree più ricche e produttive del paese”.

I numeri dell’evasione nostrana stupiscono sempre, ripetere per l’ennesima volta quanto sia esecrabile chi evade è probabilmente inutile, “chissà se Mario Monti riuscirà a convincere gli italiani che l’evasione fiscale è – scrive ancora La Stampa – il loro nemico principale. Perché ammazza la concorrenza, perché spiazza le imprese generando inefficienza, perché crea ineguaglianza tra le persone anche per quanto riguarda il godimento di certi servizi sociali. Perché l’evasione fiscale impoverisce molti arricchendo pochi. E tecnicamente deruba ogni giorno che passa tutti i contribuenti (forzatamente, o volontariamente) onesti”.

Più utile è forse guardare alla Grecia, dove l’evasione ha fortemente contribuito alla tragedia che ora il paese ellenico vive, tragedia che coinvolge famiglie, bambini, anziani. E tragedia su cui la Lagarde ha pronunciato parole dure ma vere. Rispondendo ad una domanda di una giornalista inglese la Lagarde ha detto: “Penso più ai bambini di una scuola in un piccolo villaggio nel Niger che hanno due ore di scuola al giorno dividendosi una sedia in tre, e che bramano per avere un’educazione. Io ho sempre in mente loro. Perché io credo che abbiano più bisogno di aiuto che non gli abitanti di Atene. Quando si parla di Atene io penso anche a tutta quella gente che è impegnata per tutto il tempo a evadere le tasse”. I responsabili delle difficoltà dei figli, sono anche se non soprattutto dei genitori che evadevano. E chi è causa del suo mal…

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