Lavorare in piedi fa…salute, la sedia è peggio della sigaretta

Gianfranco Fini seduto...infatti qui non sta  lavorando (foto Lapresse)
Gianfranco Fini seduto…infatti qui non sta lavorando (foto Lapresse)

ROMA – Non ditelo a Mastrapasqua e agli altri collezionisti di poltrone, il futuro del lavoro è in piedi. Addio a sedie, sediole, sgabelli e poltrone. Stare seduti fa male ai lavoratori e all’azienda. Fa male alla schiena e riduce la produttività. Meglio quindi stare in piedi. E’ questa la nuova tendenza/moda/indicazione che arriva da Oltreoceano, dalla Silicon Valley.

All’origine di questa innovazione la convinzione che la sedentarietà, anche da ufficio, sia il nuovo fumo. Una convinzione sostenuta anche da numerose ricerche che illustrano come il passare molte ore al giorno su una sedia, seduti davanti ad un pc, faccia male non solo alla psiche ma anche al corpo, alla schiena, alla digestione e quant’altro. Con conseguenze anche sulla produttività dei lavoratori che, stando in piedi, guadagnano in questo campo un 10 per cento netto in più. E allora tutti in piedi, si lavora.

Google – scrive Lorenza Castagneri su La Stampa – è stato tra i primi. Il motore di ricerca più cliccato del web ha inserito gli standing desk all’interno del ‘wellness program’ studiato per i suoi impiegati. Ognuno ha la possibilità di scegliere se lavorare seduto a un tavolo tradizionale oppure no. E la maggior parte sembra preferire questa seconda opzione. Lo conferma Jordan Newman, portavoce del colosso di Mountain View, al Wall Street Journal. Dire addio al mal di schiena è una delle motivazioni principali. ‘E poi non sedersi aiuta a mantenersi attivi per tutto il giorno’, assicura chi l’ha provato. Altro che sonnolenza dopo la pausa pranzo. Così si facilita il processo digestivo e il livello di attenzione rimane alto. Non basta. Si bruciano centinaia di calorie e ci si mantiene giovani. Insomma, la lista dei benefici è lunga. E a trarne vantaggio è anche il datore di lavoro. Un gruppo di ricerca di base in un incubatore delle idee in Lettonia ha dimostrato che restare alzati aumenta la produttività del 10 per cento.

Un altro caso è quello di Facebook. Nella sede del social network di Mark Zuckerberg sono già oltre 250 su un totale di duemila i dipendenti che hanno abbandonato la vecchia scrivania. Tanto che la società starebbe pensando di dotarsi di tapis roulant da ufficio, in modo tale che, chi vuole, possa camminare se non addirittura correre mentre digita sulla tastiera e chatta con i colleghi. Forse un po’ troppo, ma tant’è”.

Addio quindi a sedie e poltrone, e speriamo anche ai collezionisti di queste. Ma se le nostre aziende sono come spesso accade in ritardo rispetto a quanto arriva da Oltreoceano, la soluzione per i nostri lavoratori è nel fai da te. Spopolano infatti in rete i consigli per chi vuole attrezzarsi una postazione di lavoro “su due piedi” in casa. Soluzione indicata per i liberi professionisti o per tutti quelli che lavorano da casa. E soluzione che ovviamente non riguarda tutti quelli che lavorano in ufficio e che, presentandosi con martello e chiodi non verrebbero probabilmente ben visti dal loro principale

“Grandi compagnie a parte – continua la Castagneri -, su internet di moltiplicano i siti che danno consigli ai freelance e a chi è abituato a lavorare a casa su dove trovare uno standing desk oppure su come realizzarne uno fai-da-te, armati di chiodi e martello.  O ancora, come insegna in un video Matteo Cassese, imprenditore e designer, assemblando varie componenti tutte Made in Ikea. Tavolini messi uno sopra l’altro e scatole di plastica capovolte. Poi, se il piano di lavoro è ancora troppo basso, basta posizionare sotto il monitor qualche libro che faccia spessore e il gioco è fatto. Spesa totale: 18 euro. Il metodo più low cost che esista. I più professionali, invece, hanno pensato di dotare il proprio tavolo di un meccanismo elettrico. Così la scrivania si può alzare e abbassare attraverso un semplice click”.

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