Non c’è lavoro, basta immigrati: governo quasi cancella “decreto flussi”

ROMA – Dove ha fallito la Lega potrebbe riuscire la crisi: basta immigrati in Italia. E il dato degli stranieri residenti in costante aumento registrato nell’ultimo censimento potrebbe invertire il suo corso. “Stiamo valutando con il ministro del lavoro se aprire un nuovo decreto flussi – ha dichiarato il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri – ma la situazione economica è drammatica. Non abbiamo molta offerta di occupazione”. Se aprire un nuovo decreto flussi…quel “se” mette in forse per la prima volta dopo anni quella che era una costante: il governo fissava il numero di lavoratori immigrati giudicati necessari e utili, era l’immigrazione legale e benvenuta. Ora quel “se” apre la possibilità, quasi annuncia un stop all’immigrazione  e, se ai mancati arrivi si sommano le partenze di immigrati che lasciano il nostro Paese in cerca di destini migliori, assistiamo allora ad una radicale inversione di tendenza nell’evoluzione della nostra società.

Non c’è lavoro, ergo non c’è né necessità né spazio per nuovi arrivi, gli immigrati già presenti nel nostro Paese sono ampiamente sufficienti per assorbire l’offerta di lavoro. Ragionamento razionale e logico, quello del ministro,  che per la prima volta dà voce e corpo a quello che finora era stato “un pensiero da bar”: siamo già pieni noi di disoccupati…gli immigrati non servono…Finora il pensiero da bar risultava falso oltre che sgradevole: i numeri dell’economia attestavano senza ombra di dubbio l’utilità, anzi la necessità dell’immigrazione. Che restano entrambe, basta pensare ai lavori che gli italiani non fanno, all’assistenza domiciliare o, se si vuole stare solo ai soldi, ai versamenti Inps degli immigrati che molto pagano e pochissimo incassano sotto forma di pensioni. L’immigrazione è servita e serve, ma serve ancora aggiungere immigrati nel 2012? Il ministro Cancellieri, ad onor del vero, ha specificato che lo stop non vale per tutti: ne sono infatti esclusi i lavoratori stagionali di cui, evidentemente, abbiamo bisogno. “Per loro – ha precisato il titolare del Viminale – abbiamo fatto il decreto perché siamo sicuri che il mercato li assorbirà”. Loro sì, ma gli altri no, almeno per quest’anno. Poi si vedrà.

La decisione del ministro, oltre ad essere una notizia, anche se da pochi sottolineata, spiana la strada ad un possibile radicale cambiamento della composizione della nostra società. L’Italia non si può dire  sia un paese multietnico come Francia o Gran Bretagna, ma almeno nell’ultimo decennio aveva visto aumentare costantemente la percentuale di popolazione immigrata. Dato ribadito non più tardi di qualche mese fa anche dall’ultimo censimento ufficiale. Negli ultimi anni sono aumentate le classi miste, nelle nostre nazionali sono comparsi i primi giocatori di colore, avevamo insomma imboccato la via verso la multietnicità. E non ultimo, proprio grazie ai figli degli immigrati, eravamo anche riusciti a rialzare il nostro tasso di natalità. La crisi e le sue conseguenze potrebbero invece portarci indietro nel tempo, farci cambiare direzione. Nemmeno i più ottimisti stimano infatti una forte ripresa per l’anno prossimo, ed è quindi logico supporre che lo “stop causa crisi” possa ripetersi per uno, due, tre anni. Inoltre, come raccontato alcuni mesi fa, molti immigrati stanno lasciando l’Italia. O per tornare nel paese natale, che a volte offre ormai condizioni di vita migliori rispetto a noi, o per proseguire verso paesi più ricchi come la Germania.

Ma se la composizione sociale cambia non cambia il sentimento, solitamente di paura, verso l’immigrato. Un nuovo allarme è stato infatti lanciato dalla stessa Cancellieri: “Se il flusso di migranti dalla Libia verso le nostre coste tornasse intenso, ci metterebbe in grande difficoltà”. Condizioni meteo favorevoli, assenza di controlli sulle coste africane e fine della politica dei respingimenti fanno presagire una stagione di grandi sbarchi. Ma gli sbarchi, gli arrivi con le carrette del mare rappresentano in realtà la faccia più che altro “mediatica” dell’immigrazione. Un problema vero per il governo, che deve cercare di porre un argine alle tragedie a cui spesso questi migranti vanno incontro e che deve gestire l’emergenza creata da questi sbarchi insieme alla tragedia degli uomini che arrivano. Ma in realtà il grosso degli irregolari non arriva in Italia così. Ci arriva comodamente via aereo o via terra. Molto più semplice e meno rischioso.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie