Lupara giocattolo per sparare ai carabinieri: il nuovo gioco per piccoli boss

Lupara giocattolo della EdisonROMA – “Vendiamo lupare giocattolo, che male c’è? Le usava anche John Wayne…”. D’accordo, anche il pistolero più famoso del cinema avrà usato la lupara, ma non sparava ai carabinieri. Da qualche mese è arrivato, sugli scaffali dei negozi di giocattoli, una nuova confezione ad arricchire l’offerta di pistole e fucili: la lupara giocattolo. Nulla di più violento o diseducativo rispetto alle riproduzioni di armi anche più micidiali che sono da sempre in commercio ma, in questo caso, ad essere oltre che diseducativo anche eticamente discutibile, è dell’arma in questione la confezione. Sulla scatola sono infatti raffigurati, l’una di fronte all’altra, due coppie, una di pastori con tanto di coppola, che la lupara imbracciano, e una di carabinieri a cavallo. I buoni e i cattivi. E indovinate chi sono i cattivi? Bravi, quelli in divisa.

Lo scomodo ruolo di quello che deve dare spiegazioni è toccato a Gianni Falorni, responsabile commerciale per l’Italia dell’Edison Giocattoli, l’azienda che la lupara commercializza, che sul Corriere della Sera si è giustificato tirando in ballo addirittura John Wayne. “Più che di lupara dovremmo parlare di doppietta a canne mozze – ha detto Falorini nel pezzo di Riccardo Bruno -. Era un’arma usata dai pastori a scopo difensivo, contro gli animali predatori: quando l’esercito sabaudo proibì le armi da fuoco, i pastori tagliarono le canne alle doppiette per nasconderle sotto il giubbotto”. Ricostruzione senz’altro veritiera, che non cancella però l’immagine che alla lupara poi si è associata. Un binomio, quello tra lupara e mafia, così forte e introiettato nella nostra cultura che in forza di questo è stato persino coniato un modo dire: “lupara bianca”, che indica una serie di modi utilizzati dai cosiddetti uomini d’onore per far sparire i corpi delle loro vittime. Ma forse, alla Edison, questa parte della storia non è nota.

“Non vedo come preoccuparsi della vendita di questo fucile, nato come strumento difensivo – insiste il responsabile commerciale -. Nei negozi si trovano prodotti ad aria compressa, come gli M16 e gli Uzi, che storicamente sono associati alle stragi e che non sono assolutamente giocattoli. Le armi giocattolo nascono come rappresentazione della realtà, descrivono qualcosa che c’è e sono inoffensive. Edison, che da cinquant’anni produce solo ed esclusivamente armi giocattolo inoffensive e a norma, lo sa bene”.

Sono ovviamente inoffensive ed è una sacrosanta verità che in commercio ci siano riproduzioni di armi ben peggiori di una lupara. Ma per offendere non servono necessariamente delle pallottole vere, e l’immagine proposta sulla confezione della lupara si candida sicuramente tra quelle che possono essere considerate offensive.

La Edison Giocattoli, per bocca di Faleroni, smentisce che tra il loro amabile giocattolo e l’immagine delle criminalità organizzata ci sia un collegamento. “Questo tipo di fucile ha una storia che risale a molto prima (della nascita della mafia, ndr). Tra l’altro è stato venduto negli Stati Uniti associato all’immagine di John Wayne…”. E qui casca l’asino, come diceva Totò. Perché proprio l’immagine associata alla lupara è la nota dolente. Di fronte a John Wayne c’erano, quasi certamente, non dei carabinieri ma dei pellerossa. E con tutto il rispetto per gli indiani d’America, usare l’immagine di due carabinieri, cioè dello Stato, per personificare i cattivi del gioco è cosa diversa. “Se anche ci fosse un bambino che usa questo fucile per fare il mafioso – dice Faleroni -, ci sarà automaticamente un altro bambino che farà il carabiniere”. Sarebbe però meglio che non ci fosse alcun bambino con la voglia di fare, seppure per gioco, il mafioso. O no?

 

 

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