M5s, alleanza con Lega Nord dopo elezioni. La scoperta dell’acqua calda

M5s, alleanza con Lega Nord dopo elezioni. La scoperta dell'acqua calda
M5s, alleanza con Lega Nord dopo elezioni. La scoperta dell’acqua calda (foto Ansa)

ROMA – Allearsi perché no? Anche se il ‘non statuto’ lo esclude, per governare servono i numeri, e allora l’idea che rimbalza tra la Casaleggio associati e il mondo dei media è quello di un ticket tra il Movimento 5 Stelle e niente di meno che la Lega Nord. M5s e Lega dunque, la strana alleanza che strana non è. Ci ragionano gli strateghi pentastellati e ci si confezionano golose indiscrezioni di stampa, ma l’accoppiata Beppe Grillo-Matteo Salvini (magari con una spruzzata di Giorgia Meloni) altro non è se non la scoperta dell’acqua calda.

“C’è una stanza della Casaleggio associati in cui si lavora da tempo allo scenario della svolta- scrive Tommaso Ciriaco su Repubblica – un governo con la Lega. ‘Se dalla Consulta uscirà davvero una legge proporzionale – è il ragionamento che Davide Casaleggio ha consegnato ai fedelissimi – allora dopo il voto vedremo quali forze saranno disponibili ad appoggiare un esecutivo cinquestelle’. L’erede dell’azienda di famiglia pensa proprio alla destra di Salvini e Meloni. Non a caso, costruisce da tempo nel ‘laboratorio’ milanese un’agenda di governo sempre più compatibile con quella del Carroccio. Il resto lo faranno i risultati elettorali”.

Nemmeno un mese e mezzo dopo la vittoria del ‘no’ al referendum, con la conseguente uscita di scena dell’Italicum, comincia a diventar chiaro che la prossima legge elettorale sarà fortemente orientata verso il sistema proporzionale. Lo vogliono tutti in fondo tranne, forse, proprio i 5Stelle che si sono resi conto che col ballottaggio avrebbero avuto l’unica incredibile chances di andare al governo da soli.

“Con un impianto proporzionale nessuno avrà la maggioranza – è l’analisi che Luigi Di Maio ripete in privato e che era ad onor del vero evidente persino prima del voto del 4 dicembre -. Noi però abbiamo ottime chance di arrivare primi, ottenendo l’incarico per giocarci la partita”. “Meglio allora costruire un ponte con gli unici partner possibili, ‘testati’ con soddisfazione negli ultimi mesi dalla Casaleggio associati. ‘Tra loro e il Pd – è d’altra parte il mantra di Salvini – io scelgo sempre l’alternativa al Pd’. L’accordo parlamentare con la Lega è il vero asso nella manica di Beppe Grillo”, scrive ancora Ciriaco.

Un accordo che però più che ad un asso nella manica somiglia ad un naturale destino. Posto che da soli è impossibile avere la maggioranza necessaria a formare un governo, e con buona pace del ‘non-statuto’ che a buon bisogno Beppe Grillo cambia più o meno come vuole, con chi potrebbero pensare di lavorare i 5Stelle? Innanzitutto con chi è critico se non ostile come loro all’Europa, all’Euro e a un non meglio identificato establishment cui vengono attribuite tutte le colpe dei nostri mali presenti, passati e anche futuri.

E poi con chi ha, come Grillo&co., una naturale avversione nei confronti delle frontiere aperte, con chi vuole il pugno duro sull’immigrazione e con chi, magari, non ama la stampa e al contrario adora le giurie popolari e i giudizi sommari. Sulla politica estera potrebbe e dovrebbe cercare alleati tra chi, come i 5Stelle, guarda con ammirazione alla Russia di Putin e non nasconde di aver gioito e tifato per la vittoria di Trump. Se chi si somiglia si piglia, alzi la mano chi non riconosce in questo identikit la Lega di Salvini e, in secondo piano per questione di numeri, i Fratelli d’Italia della Meloni. Nulla di più naturale dunque, prima del voto o dopo questo, magari a seconda delle legge elettorale che formerà il prossimo Parlamento, che chi ha tanto in comune possa trovare un accordo per formare e sostenere un governo.

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