ROMA – “Si comportano come un partito nel partito…Miguel Gotor? Il mio nemico i fiducia…”. Esagera Matteo Renzi? Per niente. La scissione del Pd verso sinistra c’è già. Da settimane se non da mesi. La controprova? Avesse Matteo Renzi quando era minoranza nel partito fatto un quarto delle cose anti segretario e premier che da settimane e mesi fanno i Fassina, i Civati, i D’Attorre…Avesse fatto quel quarto, Renzi sarebbe stato individuato a furor di popolo del Pd come un infiltrato, un sabotatore, un agente provocatore e demolitore. Mandato ovviamente da Berlusconi a smontare il Pd. Da settimane se non da mesi l’opposizione a Renzi interna al Pd si è assegnata un’unica e solitaria missione: smontare il Pd di Renzi. E’ scissione nei fatti, presto sarà anche negli atti. Manca solo la data, questione di calendario politico.
Tenere quindi d’occhio il 25 gennaio e settimane seguenti. Il 25 si vota in Grecia e se Syriza di Tsipras arriva primo al traguardo, allora scissione si avvicina in Italia. Già partita per la Grecia la Brigata Khalimera. Composta da Nichi Vendola e Pippo Civati e da quel che resta di Rifondazione comunista. Sono lì per “imparare” come si fa a prendere un partito del 4 per cento (tale era Syriza) e portarlo a vincere le elezioni con il 30 e passa per cento. In fondo però non c’è molto da studiare: basta prendere un paese, sottoporlo a un bagno di guai, prima un governo che trucca i bilanci, poi una devastante crisi economica, quindi una riduzione del reddito reale di circa il 20 per cento, quindi ancora una devastante demagogia sui “barbari” stranieri che affamano il popolo…Frulla il tutto in una società dove l’evasione fiscale è maggiore di quella italiana, dove il posto pubblico era a vita e per discendenza familiare…Agita, rovescia e avrai sicuramente un partito neonazista in salute e un partito popolar-populista-ellenista-gauchista in grande, grandissima crescita.
Sarebbe simpatico che il percorso greco per arrivare a una Syriza italiana fosse risparmiato all’Italia. Non perché all’Italia possa far male una Syriza nostrana. Tutt’altro. Anzi ben venga. E’ che se potessimo risparmiarci tutto ciò che ha nutrito e concimato la lievitazione di Syriza greca, quel 15 per cento e passa di abbattimento del reddito reale che ancora fa la differenza tra la nostra crisi e la loro, beh sarebbe meglio, più comodo. La Brigata Khalimera è lì a studiare e in patria ci si ingegna a creare le condizioni. Bloccare la legge elettorale di Renzi. Bloccare la riforma del Senato e delle Regioni di Renzi. Bloccare il jobs act di Renzi. Riscrivere la legge di stabilità di Renzi. Non c’è dubbio che Syriza italiana, la via italiana a Syriza passa per bastonate alle mani, alle gambe e in testa a Renzi. Quando sarà il momento, e si avvicina, sarà scissione sia nei fatti che negli atti. Una prova materiale di scissione forse si potrà organizzare già alle prossime elezioni regionali. Probabilmente in Liguria.
Presto sarà scissione anche negli atti elettorali, lo è già nei fatti, nella azione politica di un partito contro l’altro. A Roma come in Liguria: mai nella campagna elettorale che contrapponeva Cofferati a Paita si è sentito da nessuna delle due parti il: un attimo dopo il voto il perdente collaborerà con il vincenti. Mai nessuno dei due l’ha pronunciato. Non erano primarie dentro lo stesso partito, era la conta tra due partiti diversi già al netto di trucchi e imbrogli. Ma è scissione anche negli animi: una parte del Pd non ritiene Renzi un leader da applaudire o criticare, lo pensa e lo vive come un estraneo se non usurpatore. Questa la ragione riconosciuta della legittimità politica altrimenti inspiegabile e impraticabile in un partito di una opposizione interna che è già scissione, è già “partito nel partito”.
Dicono gli oppositori a Renzi dentro il Pd che lui sta buttando a mare gli elettori di sinistra (quelli destinati ad essere raccolti dal vascello scissione, insomma dalla Syriza italiana) per imbarcare elettori di destra. Più che una trasfusione un cambio di sangue e di identità. I sondaggi disponibili non confermano questa tesi. L’ultimo Ispos-Corriere della Sera racconta di circa 5 punti percentuali persi dal Pd di Renzi. Persi a vantaggio di partiti e liste di destra. Professionisti e imprenditori che hanno votato Renzi alle europee stanno tornando a votare Forza Italia o Ncd. Gruppi di elettori a basso reddito e bassa istruzione che hanno votato Renzi alle europee stanno andando almeno con l’intenzione a votare Lega di Matteo Salvini.
Insomma, scissione a sinistra e voti in perdita a destra. Interessante incrocio tra i grafici del consenso per Renzi e quelli della sua azione di governo. Quando erano soprattutto se non soltanto promesse e stati d’animo, allora il consenso era massimo. Ora che ad esempio il governo italiano, quello di Renzi, ha ottenuto non poco sul difficilissimo fronte della flessibilità di bilancio, ora che l’Europa parla in economia non più solo tedesco, anzi infila intere frasi in “italiano”, ora che i contratti di lavoro precari cominciano a essere trasformati in contratti a tempo indeterminato, ora il consenso cala. A sinistra stanno costruendo Syriza italiana, a destra “l’onda Renzi” è già risacca. Quando si va a votare e si ricomincia da capo a giocare lo stesso gioco che giochiamo dal 1994 almeno? Quale gioco? Quello del chi più vince elezioni meno governa e poi si rivota…
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