Meteo: Italia si scalda il doppio del pianeta. E piove il 5% in meno

Meteo Italia: fa più caldo e piove di meno
Meteo Italia: fa più caldo e piove di meno (Ap-LaPresse)

ROMA – Non lo si direbbe dopo il maggio appena trascorso ma in Italia piove meno e fa più caldo, molto più caldo. I cambiamenti climatici hanno infatti sulla nostra penisola un effetto più accentuato che altrove, causa la particolare posizione geografica del nostra Paese. E il risultato è che, negli ultimi cento anni, in Italia la temperatura media è aumentata il doppio che nel resto del globo e le precipitazioni sono diminuite del 5%, con fenomeni più violenti e concentrati.

I cambiamenti climatici che il nostro pianeta sta affrontando sono ovviamente un fenomeno planetario. Nonostante questo però può comunque essere interessante vedere come questi, in pratica, si realizzano nel territorio in cui ciascuno di noi vive. E l’Italia vanta una delle reti di rilevazione dati meteorologici più antiche ed efficienti del mondo. Diverse città hanno iniziato raccolte di dati di questo tipo già nel ‘700 e, un secolo prima, nel Seicento, Ferdinando II de’ Medici realizzò la prima rete di raccolta dati meteorologici estendendosi ben oltre il Granducato di Toscana e arrivando addirittura all’Europa centrale.

Giovanni Caprara, sul Corriere della Sera, racconta quelli che sono i risultati, per alcuni versi incredibili, elaborati dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna, dove è attivo un gruppo di climatologia storica.

“’Due numeri emergono con interesse’, nota Michele Brunetti dell’Istituto bolognese. ‘Mentre la temperatura media dall’inizio del Novecento sull’intero pianeta è salita di 0,74 gradi, nell’area mediterranea il valore risulta il doppio: 1,4 gradi centigradi. La seconda cifra riguarda le precipitazioni medie che sono invece diminuite del 5 per cento rispetto al passato, pur rivelando negli ultimi anni episodi più violenti e concentrati. La penisola manifesta un riscaldamento doppio rispetto al resto del pianeta’, spiega Brunetti, ‘perché l’area mediterranea in cui è inserita reagisce in modo più accentuato rispetto ad altre regioni, trovandosi in un punto di transizione tra la fascia tropicale e le medie latitudini. E questa diversità, in confronto ad altre analoghe località del globo, è più evidente. Inoltre, più in generale, l’aumento delle temperature tende a spostarsi sempre più a nord’. (…) L’evoluzione della temperatura di un secolo sull’Italia rispecchia la tendenza a livello globale. ‘Ma nell’ultimo decennio’, nota Brunetti, ‘pur essendoci stati gli anni più caldi, il trend sembra suggerire una stabilizzazione’”.

Numeri che potrebbero sembrare piccoli, “cosa sarà mai un grado e mezzo in più”, ma che sono in realtà gravidi di conseguenze.

La prima conseguenza è infatti il fenomeno della migrazioni delle colture. Quel fenomeno cioè per cui le colture si “spostano” seguendo il loro clima ideale. Ed è il caso di vite e ulivo, piante tipiche del nostro Paese, che stanno “migrando” verso latitudini e quote più elevate. Per quanto riguarda le precipitazioni poi le conseguenze sono persino più evidenti, e problematiche. Se infatti piove meno, è meno l’acqua a disposizione della popolazione, acqua per irrigare, per lavare, ma anche per bere. Se poi le precipitazioni assumono anche carattere violento e concentrato, come sta avvenendo, le conseguenze per il territorio sono alluvioni, frane, smottamenti e simili.

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