Neve, Alemanno, venerdì: tris sciagura. Sindaco sapeva, un fax lo prova

Gianni Alemanno: nel 2001, da ministro, partecipava alla "Festa della neve"...
Gianni Alemanno: nel 2001, da ministro, partecipava alla "Festa della neve"... (Lapresse)

ROMA – La giustificazione, o il tentativo di giustificarsi, sono stati persino peggiori dell’oggetto da giustificare. Ma ora, come svela il Corriere della Sera, la verità è venuta fuori: il Comune di Roma, e il sindaco Gianni Alemanno, sapevano benissimo che sulla capitale sarebbe caduta la neve. Certo, era ovvio, bastava guardare l’app sul cellulare giovedì scorso per sapere che di lì a poco Roma si sarebbe imbiancata. Ma Alemanno, dopo il disastro neve dell’ultimo fine settimana, aveva provato a scaricare le colpe dicendo che la Protezione civile non lo aveva avvertito, che erano previsti 35mm di precipitazioni, senza sapere che 35mm di pioggia corrispondono a 35cm di neve. Ora però è saltato fuori un fax che chiarisce in modo incontrovertibile che il Campidoglio sapeva, sapeva prima di lamentarsi. E di invocare, niente meno, che una commissione di inchiesta sulle previsioni del tempo. Roba, come ha scritto Massimo Gramellini su La Stampa, che “neanche Totò…”.

Era la tarda mattinata di giovedì 2 febbraio, di lì a poco le scuole sarebbero state chiuse, anzi socchiuse per i due giorni successivi, niente didattica ma edifici aperti, quando il comune di Roma ritiene opportuno inviare alle ditte appaltatrici della manutenzione stradale una comunicazione urgente via fax. Scrive il comune: “Informativa comunale a seguito di fenomeni attesi e di ‘Avviso di condizioni meteo avverse’ emesso da Presidenza del consiglio dei ministri – Dip. Protezione civile. Si comunica che dal pomeriggio della giornata del 2 febbraio 2012, fino a cessato allarme, si prevede la caduta di neve o il formarsi di ghiaccio all’interno del territorio di Roma Capitale. Si invitano, pertanto, codeste imprese ad assicurare la disponibilità, 24h su 24, delle risorse per l’attuazione del Piano Neve Ghiaccio 2011-2012 sin dal pomeriggio dello stesso giorno 2 febbraio, operando anche autonomamente in caso di formazioni di ghiaccio o precipitazioni nevose”.

Il fax, chiaro, parte portando la firma dal Dirigente della U.O. Manutenzione stradale Fabrizio Mazzenga, e in allegato ci sono le sei pagine del “Piano neve-ghiaccio”, che specificano quanti mezzi vanno impiegati (4 pale meccaniche e 4 autocarri per gli otto lotti, 2 pale e due autocarri all’Eur e nelle sedi tranviarie), quanti uomini (4 o 2 squadre di tre operai ciascuna), quanto sale (215 tonnellate solo alle ditte, divise nei vari lotti). Il documento è una comunicazione ufficiale protocollata col numero 5163. Era giovedì, il Campidoglio, Alemanno, sapeva. Certo che sapeva, a parte il meteo, non avrebbe ordinato la sospensione della didattica se non avesse saputo. Ma poi ha fatto finta di non sapere, tentando di scaricare le responsabilità della mala gestione neve altrove.

Nemmeno 48 ore passano dal fax e si fa sabato mattina, quando Roma si risveglia sotto una coltre bianca quasi mai vista. I primi, grandissimi problemi, ci sono già stati dal giorno prima: cittadini bloccati, autobus fermi, traffico paralizzato e nessuna traccia né del sale né tantomeno dei mezzi che le strade avrebbero dovuto pulire. Nemmeno 48 ore e Alemanno non sa più nulla, chiama e chiede aiuto. Telefona al presidente dell’Acer Eugenio Batelli e gli sollecita un intervento sulle ditte appaltatrici: “Datemi una mano”, gli dice il sindaco. E Batelli chiama le ditte. Ma le imprese vogliono essere pagate.

Forse per soldi, forse per disorganizzazione e mancanza di preparazione e coordinamento, qualcosa tra giovedì e venerdì va storto, non funziona. Il piano neve non funziona. E’ evidente a tutti. Tra comunicati grotteschi in cui viene scritto che il piano neve funziona alla perfezione, non fosse per alcuni ritardi dovuti alla neve, esternazioni secondo cui i pini capitolini non sono abituati alla neve e tentativi puerili di buttare le colpe il più lontano possibile, Roma precipita nel caos. Fino all’apoteosi televisiva del sindaco che dice: “Chiedo scusa se prima la chiedono gli altri”. Un sindaco o un bambino di quelli a spasso perché non c’è scuola?  E per fortuna c’era il fine settimana, chissà cosa sarebbe potuto accadere se tutto ciò si fosse verificato in giornate lavorative.

Era giovedì 2 febbraio, e tutto andò storto. E se domani, giovedì 9, il film si ripetesse? L’allerta neve c’è, certo ridimensionata rispetto al fine settimana passato, ma non è escluso che Roma non torni ad imbiancarsi. E se questo succederà le ditte, forse allertate come sette giorni fa, faranno il loro lavoro, riusciranno a pulire le strade? O invece il traffico si paralizzerà di nuovo e gli automobilisti costretti ad abbandonare l’auto sul grande raccordo anulare reso impraticabile dovranno sborsare altre centinaia di euro per recuperare i loro mezzi? Si sveglierà questa volta la Capitale sotto una coltre bianca ma con le strade pulite, o spariranno di nuovo le automobili perché le strade saranno ancora una volta splendide piste di slittino per i più piccoli e trappole micidiali per i più anziani? O forse ancora si risveglieranno i romani nel prossimo fine settimana in una città imbiancata sì, ma di sale, gettato stavolta da sindaci troppo zelanti colpevoli di errate valutazioni?

Alemanno sapeva, in questo caso l’uomo avvisato non fu mezzo salvato, ma vista la frequenza di eventi eccezionali che si abbattono sulla capitale da quando è sindaco, neve, piene del Tevere e quant’altro, avrà certo occasione di dare prova della sua abilità ancora una volta.

 

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