ROMA – Pane “low cost”, scontato dalle 18.00 e a metà prezzo la mattina dopo. E’ la nuova frontiera del risparmio che sempre più, complice la crisi, sta prendendo piede nel nostro Paese. Un’abitudine già diffusa altrove che da noi, sino a poco tempo fa, rappresentava quasi una vergogna.
Dal supermercato sino alla panetteria di lusso, ormai quasi tutti hanno la loro offerta scontata sul pane: -30% nel pomeriggio, tutto ad 1 euro dopo le 18.00, sfilatini al 50% il giorno dopo. Un’occasione di risparmio per i clienti, che possono acquistare un prodotto ancora buono spendendo meno, e un’opportunità di guadagno per i commercianti che, senza sconti, butterebbero nel cestino tutto l’invenduto.
Prima dei panifici, anche altre categorie avevano già adottato la politica dello sconto temporizzato. A Roma, ad esempio, diverse le pasticcerie che a sera vendono torte e biscotti a metà prezzo, sempre con la ratio di vendere quello che altrimenti andrebbe buttato.
“Le mie figlie mi hanno suggerito di vendere il pane scontato dalle 18.00 alle 19.30 – racconta Sergio Perdonati, titolare di un forno, ad Irene Maria Scalise di Repubblica – perché in Inghilterra lo compravano già da tempo, è stato un buon guadagno perché altrimenti avrei buttato tutto”.
Il Forno Perdonati è a Ferrara ma ovunque, a Roma come a Napoli, a Milano come a Palermo, il pane del giorno prima sta vivendo una nuova vita. Due minuti nel forno e torna fragrante come appena sfornato. La crisi, la contrazione dei consumi ovviamente sono alla base di questa nuova abitudine che, però, porta in dote anche una dose di buon senso. Il pane sfornato la mattina e consumato la sera, o anche il giorno dopo, non è affatto un pane cattivo. Vecchio, in senso strettamente temporale, certamente, ma non cattivo. Mantiene infatti, anche a 24 ore dalla cottura, tutte le sue qualità il pane.
Secondo i dati pubblicati da Repubblica poi, nel 2013, il 78% degli italiani ha ridotto la spesa per il pane, il 42% ha diminuito le quantità acquistate e, il 36%, sceglie pani meno costosi. E di necessità virtù il mercato propone nuove soluzioni al risparmio per i consumatori e nuovi sbocchi per i produttori.
“Ho notato un grosso cambiamento tra i clienti, prima c’era quasi una vergogna e lo chiedevano di nascosto”, spiega Luigi Di Ianni del forno “Profumo di pane”, “l’iniziativa della vendita è partita quasi da un anno e ora raccoglie un pubblico più eterogeneo perché tutti hanno capito che il pane dopo 24 ore non diventa vecchio ma è ancora buono”. Da “Fior di Pane” a Roma, l’iniziativa funziona perché aiuta a diversificare la clientela: “La mattina serviamo soprattutto gli uffici mentre la sera abbiamo più famiglie e per loro dalle 18.00 alle 19.00 vendiamo tutti i tipi di pane ad un euro”. A Recanati i proprietari del panificio “Donnini e Manzotto”, il cartello che annuncia l’offerta lo hanno messo bello grande fuori dalla bottega e bando alle timidezze: “In questo negozio il pane del giorno prima si vende al 50 per cento”. Vicino Mantova c’è “Arvati pane” che dopo le 18.00 dimezza i prezzi e a Grosseto il “Forno Galletti” che sconta quello del giorno prima sempre del 50 per cento.
All’estero, in Inghilterra come in Svizzera, il pane del giorno prima si è già ritagliato una sua fetta di mercato. In Francia, “Au Pain de la Veille”, si vendono ad esempio le baguette rimaste invendute a 40 centesimi al chilo anziché un euro. In Svizzera, a Zurigo, ha aperto un negozio dal nome chiaro: “Frisch von Gestern”, ovvero fresco di ieri. Oltremanica, infine, le principali catene di supermercati alla sera mettono in vendita il pane non venduto la mattina.