VITERBO – Pensioni, per prenderla la nonna in frigo o comunque il caro estinto nascosto. Ma quanti sono? Messina, Reggio Calabria e poi Corleone e, ultimo in ordine di tempo, Ronciglione. Sono i paesi e i luoghi dove figli, fratelli e badanti di anziani hanno nascosto la morte del proprio caro o del proprio datore di lavoro per continuare ad incassarne la pensione. Una macabra soluzione che punteggia le cronache italiane dal Nord al Sud della penisola. Ovviamente quando viene scoperta perché, è lecito supporre, a fianco dei casi venuti alla luce ce ne saranno altri che ancora devono essere denunciati. E allora chissà quanti saranno quelli che in Italia ‘infilano la nonna in frigo’ o sarebbero almeno pronti a farlo.
Va però fatta una distinzione, perché dietro la locuzione “nascondere la nonna” esistono almeno due casi differenti. Ci sono infatti le storie di quelle persone che, per indigenza o ingordigia, hanno dato corpo al detto “l’occasione fa l’uomo ladro” e, di fronte alla morte di un congiunto pensionato, hanno deciso di tacere la cosa a parenti, amici e soprattutto all’Inps. Ci sono poi le storie, diverse, di persone che hanno ucciso qualcuno per poi poter nascondere il cadavere e impossessarsi dell’assegno pensionistico.
Il caso di Ronciglione (Viterbo), l’ultimo episodio in ordine di tempo di questo genere, è ancora in un limbo tra le due ipotesi. Non ci sono infatti segni di violenza sul corpo di Rossana Bramante, l’ottantenne trovata cadavere nel congelatore della casa che divideva con il fratello nel paesino vicino Viterbo. Assenza che non si traduce però necessariamente in morte naturale, anche perché qualcuno quel corpo nel congelatore deve averlo messo e, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, lo ha fatto per i soldi della pensione dell’anziana.
“I preliminari accertamenti medicolegali hanno escluso mezzi violenti nella determinazione della morte, da ricondurre ad insufficienza cardiorespiratoria, le cui cause sono ancora in corso di accertamento”, si legge nell’autopsia dell’anziana, ma per avere un quadro chiaro bisognerà attendere un paio di mesi e la relazione finale del medico con i risultati degli esami istologici e tossicologici, fondamentali per capire se la Bramante sia stata avvelenata o sedata. E nel caso in cui si accertasse il decesso a seguito di somministrazione di veleni o farmaci in dosi letali, allora non sarebbe da escludere l’ipotesi che la 79enne sia stata chiusa nel pozzetto quando era ancora viva. Addormentata, drogata, ma viva. Poi l’ipotermia e infine la morte per insufficienza cardiorespiratoria, che è un’espressione molto generica in ambito medico. In questo caso il principale sospettato è il fratello della donna.
“Per il momento unico indagato rimane proprio il fratello, racconta Rinaldo Frignani sul Corriere della Sera da qualche tempo ricoverato in gravi condizioni in una casa di cura privata: è accusato di occultamento di cadavere e il suo nome è stato iscritto sull’apposito registro da parte dei magistrati della Procura del capoluogo della Tuscia. Dalle indagini è emerso che sarebbe stato lui, nel 2009, a occuparsi con la figlia che vive negli Stati Uniti delle pratiche per il trasferimento a Ronciglione della sorella, non vedente dai primi anni Ottanta e bisognosa di assistenza”. E spesso, per ovvie ragioni, sono i familiari più stretti a rendersi protagonisti di queste storie.
Risale appena al gennaio scorso la vicenda di Messina, dove un pregiudicato 33enne è stato scoperto a nascondere in casa il cadavere del padre, probabilmente morto per cause naturali, per continuare a percepire la pensione del genitore. Oppure, a metà febbraio, quando il cadavere di una anziana donna, Maria Musitano, 94 anni, è stato trovato nel congelatore della sua abitazione a Delianuova, nel reggino.
La donna viveva con il figlio in una piccola abitazione del centro storico. L’uomo, 51 anni, è stato denunciato per i reati di occultamento di cadavere e truffa. Qualche volta però, quando i titolari dell’agognata pensione sono soli, non sono i parenti a nasconderne le spoglie. Arriva da Corleone la storia di una badante cinquantenne che, un paio di anni fa, ha nascosto per 2 anni, seppellendolo in campagna, il cadavere del pensionato che assisteva per continuare ad incassarne la pensione.