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Squali intorno alla Costa: chiesti risarcimenti pari a 230 miliardi

di admin |1 Febbraio 2012 15:50

Lapresse

ISOLA DEL GIGLIO – Quattrocentosessanta milioni di dollari. E’ questa l’astronomica cifra chiesta in risarcimento alla Costa Crociere e alla Carnival dai primi 6 passeggeri che si sono rivolti ad avvocati americani. Quattrocento cinquanta milioni “punitivi” e dieci di risarcimento che, diviso per i sei passeggeri, fa circa 75 milioni cada cranio. Intorno al relitto girano evidentemente anche degli squali. Squali in giacca e cravatta che fanno gli avvocati. Non ne facciamo i nomi, forte è il rischio di essere “azzannati” anche noi. Però fidatevi: le cifre sono proprio quelle. Per carità, essere vittime di naufragio è sicuramente drammatico, e venire risarciti non solo è giusto ma è un diritto. Ma ogni cosa ha la sua misura, anche le richieste di risarcimento.

Se ogni passeggero dovesse avere come risarcimento a vario titolo dai responsabili della nave Costa Concordia circa 75 milioni di dollari, il totale per 3 mila passeggeri sarebbe di circa 230 miliardi di dollari. Se anche i membri dell’equipaggio, circa mille, dovessero poi ottenere un simile risarcimento, e non si vede perché no, tanto più che sono rimasti vittime di naufragio durante il lavoro, la cifra salirebbe a circa 305 miliardi di dollari. Senza tenere in considerazione quanto spetterebbe a chi sulla Concordia ha perso la vita, presumibilmente alle vittime dovrebbe spettare una cifra ancora maggiore. Ma senza tenere conto di loro, al cambio attuale, 305 miliardi di dollari corrispondono a circa 230 miliardi di euro. Più, molto di più della manovra “salva Italia”. Una cifra con cui si potrebbe risanare la Grecia e comprare il Portogallo. Una cifra che, ovviamente, non sta né in cielo né in terra.

Difficile pensare che una o più società d’assicurazione possano coprire una tale somma. Una quantità di denaro che nemmeno gli Stati più ricchi sono in grado di reperire come se niente fosse. Una richiesta che, conseguentemente, appare oltre che senza senso ingiusta.

La Costa intanto ha da qualche giorno trovato un accordo con alcune associazioni di consumatori che fissa il rimborso forfettario in 14 mila euro a passeggero. Molti hanno accettato e molti no. Ma se 14 mila euro possono apparire pochi, 75 milioni sono di certo troppi. Come possono pensare gli avvocati di chiedere una cifra simile. Una calcolatrice, non serve nulla di più, per vedere che se la loro richiesta fosse applicata a tutti quelli che si trovavano sulla nave si raggiungerebbe una cifra non credibile l’avranno di certo. Sicuramente, d’abitudine e come riflesso automatico, chiederanno 10 per ottenere 1. Ma se anche il rapporto fosse alla fine di 10 a 1 tra quanto richiesto e quanto ottenuto, il totale sarebbe comunque di 23 miliardi di euro. Magari conterà il fatto che taluni avvocati son pagati a percentuale o magari questo è solo pensar male, fatto sta che una richiesta simile più che ad un risarcimento somiglia ad un tentativo di trasformare il naufragio da tragedia ad affare.

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