Sondaggi: M5S vince ai ballottaggi, ma non va ai ballottaggi

Sondaggi: M5S vince ai ballottaggi, ma non va ai ballottaggi
Sondaggi: M5S vince ai ballottaggi, ma non va ai ballottaggi

ROMA – Il sondaggio (l’ultimo in ordine di tempo) è del Tg de La7 e dell’Istituto demoscopico che con il Tg7 collabora da tempo e la frase è di Enrico Mentana in presentazione e sintesi del sondaggio: “M5S vincerebbe ai ballottaggi ma M5S non andrebbe ai ballottaggi”. Già, e anche se sembra una cosa complicata e contraddittoria, invece è semplice e lineare.

Dicono più che i numeri dei sondaggi elettorali le tendenze della intenzioni di voto che se alla fine delle elezioni prossime venture (2018 sicure, forse 2017) ci fosse M5S al ballottaggio, allora M5S vincerebbe sia che l’avversario fosse la destra unita nella triade Salvini, Berlusconi, Meloni sia che l’avversario fosse il Pd di Renzi. A più di due anni dal voto vero nessun sondaggio può stimare, quantificare distanze, percentuali.Se lo fa lo fa per lo show, per lo spettacolo delle notizie. Può però fotografare, intuire, delineare tendenze e identificare fenomeni elettorali.

Bene, il fenomeno che sempre più si vede, si accentua e si stampa sulla carta geografica elettorale d’Italia è che se si tratta di scegliere tra Renzi e M5S un bel po’ di voto di destra/destra (quello leghista per intenderci ma anche un po’ di Fratelli d’Italia) non sta a casa neutrale ma va al seggio a votare M5S. Voto M5S in funzione anti Renzi nel caso. Proveniente con facilità e volentieri da destra, anzi più destra è più proviene. Analogo e convergente fenomeno si vede: se si tratta di scegliere tra Renzi e M5S un bel po’ di voto di sinistra/sinistra con facilità e volentieri va a votare M5S. Voto M5S in funzione anti Renzi proviene da sinistra, anzi più è sinistra e più proviene. Quindi nel faccia a faccia, nel duello finale, nel ballottaggio Pd/M5S Renzi perde perché da destra e da sinistra si vota M5S a far fuori proprio Renzi.

E se invece al ballottaggio arrivano M5S e la triade unita, la destra una e trina Salvini, Berlusconi, Meloni in rigoroso ordine di voti raccolti? Anche in questo caso M5S vince ed è perfino più facile capire perché, perché gran parte di ciò che non è destra va a votare M5S in funzione anti Salvini, Berlusconi, Meloni che non son proprio per la maggioranza degli italiani il padre, il figlio e lo spirito santo.

Ballottaggio, vale la pena di ricordare che è il secondo turno previsto dalla legge elettorale detta Italicum. Se al primo turno nessun partito raggiunge un’alta percentuale di consensi prefissata, allora se la giocano al secondo turno i due partiti arrivati primo e secondo al primo turno appunto. E quindi, gioco forza, finiscono per decidere l’esito finale del tutto o quasi gli elettori che al primo turno hanno votato per il partito arrivato terzo e quindi escluso dal ballottaggio. Se arriva primo o secondo al primo turno M5S risulta il più ampio e agevole contenitore per invogliare e accogliere quote rilevanti di voto degli sconfitti, siano essi i pro Salvini o i pro Vendola, Camusso, Landini…

Se arriva primo o secondo al primo turno al ballottaggio M5S s’ingrossa e s’ingrassa di voti altrui: questa è la netta tendenza. Se arriva primo o secondo ma sempre secondo sondaggio M5S rischia grosso di arrivare terzo e quindi ultimo al primo turno. Perché il Pd nei sondaggi “pesa” un 30 per cento abbondante, mai sceso sotto il trenta e sempre più o meno sopra. E perché la somma per ora aritmetica ma facilmente trasformabile in somma elettorale di Salvini più Berlusconi più Meloni fa ancora 30 per cento abbondante. Trenta per cento abbondante, trenta per cento abbondante e M5S? Al primo turno il 30 per cento non lo ha mai toccato, non lo tocca, resta sempre sotto: 27 per cento, 28 per cento, 27,5…Questa l’altalena, questo il range.

E se M5S arriva terzo al primo turno, cioè ultimo, che succede al ballottaggio tra Renzi e la triade Salvini, Berlusconi, Meloni? Che il voto di sinistra/sinistra che si riversava su M5S in funzione anti Renzi non si riversa certo su Salvini e qualcuno si “tura il naso” e vota anzi Renzi in funzione anti destra. E qualcosa del genere avviene nell’elettorato grillino: qualcuno a narici tappate vota Renzi,, i più si astengono, pochissimi vanno a votare Salvini premier. Quindi vince il Pd di Renzi contro Salvini, Berlusconi, Meloni.

Son sondaggi, mica voti. E i sondaggi non ci prendono quasi mai quando provano a indovinare percentuali e seggi. Ma sbagliano molto meno quando cercano tendenze, sentieri, percorsi, movimenti. A saperli usare, i sondaggi, a porre loro la domanda giusta rispondono anche nella maniera corretta.

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