Maledetto 16 del mese: Stato pazzo, giorno tassa sei volte l’anno

ROMA – Il 13, nel mondo anglosassone, è il numero da evitare, la cifra della sfortuna. Nell’universo latino, al suo posto, siamo abituati a diffidare del 17. Dall’anno prossimo cambieremo, probabilmente, le nostre abitudini e, il nuovo numero nero, diventerà il 16. Il 16 dicembre dovremo infatti pagare la Tares, vecchia tassa sui rifiuti. Il 16 gennaio sarà poi la volta della Tari, la nuova tassa sui rifiuti. E poi ancora, il 16 giugno e il 16 dicembre dovranno pagare, quelli che posseggono una seconda casa, le due rate dell’Imu. Ma non è tutto, di nuovo il 16 gennaio, ma anche il 16 luglio ed il 16 ottobre, sarà la volta della Trise, la tassa che accorpa Tasi e Tari. Maledetto 16. E Stato pazzo che fissa il giorno tassa sei volte l’anno.

“L’ingorgo di tasse sul mattone – scrive Paolo Russo su La Stampa – rischia di trasformarsi a dicembre in un vero caos bollette. Tra vecchi e nuovi tributi roba da mandare in tilt anche i contribuenti più ligi, che oltre alle imposte sugli immobili devono vedersela con una mole di adempimenti che non ha eguali in Europa”.

Dal prossimo dicembre, in 5 mesi su 12, coinciderà il 16 con la scadenza di un bollettino. Una concentrazione ed una coincidenza che trasformeranno il 16 nell’opposto simmetrico del tanto atteso 27, giorno in cui tradizionalmente si accreditano gli stipendi. Non solo un problema di entrate ed uscite, ma una data da segnare in rosso sul calendario perché, oltre al “fastidio” del dover pagare, non sarà per i contribuenti italiani nemmeno facile pagare. Bollettini? Macché. La complicazione fiscale del nostro Paese, i distinguo dei vari enti locali, le continue modifiche alla materie obbligheranno tutti o quasi a perdere non poco del loro tempo per calcolare quanto devono allo Stato. Dovrebbe ognuno ricorrere all’aiuto di commercialisti, fiscalisti o patronati, con in più il bisogno di interpellarli a cadenza bimestrale.

“La Tares – continua Russo – si dovrebbe pagare il 16 dicembre, ma il 40% dei comuni, informa il servizio politiche territoriali della Uil, hanno già deciso di far slittare il versamento a febbraio del prossimo anno. Ma a gennaio del 2014, appena presa un po’ di confidenza con la Tares, i contribuenti dovranno sostituirla con la Tari, la costola ‘rifiuti’ della nuova Trasi, che bisognerà versare il 16 del mese. (…) Per i possessori di seconde case andrà poi peggio. Oltre al groviglio di bollettini sui rifiuti dovranno vedersela anche con la sovrapposizione dell’Imu, che per loro resta in vigore il prossimo anno e la nuova Trise, che contiene sia la parte dei servizi indivisibili (Tasi) che quella appunto rifiuti (Tari). L’Imu si continuerà a pagare in due rate da saldare il 16 giugno ed il 16 dicembre. Ma a stretto giro bisognerà versare anche la Trise il 16 di gennaio, luglio ed ottobre”.

Un ingorgo e uno stillicidio di imposte che rischia di rendere il “come” pagare persino peggiore del “quanto” pagare. Condito, il tutto, dalla presenza fissa del numero 16 che ambisce ora al non felice primato di “giorno più odiato dell’anno”.

 

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