Esentasse 2016 buoni azienda asilo, baby sitter, anziani…

Welfare esentasse
Welfare esentasse…quando non ci sono i nonni (foto Ansa)

ROMA – Baby sitter, asilo, scuole private e mense scolastiche, ma anche assistenza agli anziani e centri estivi esentasse. Esentasse, e quindi convenienti per le aziende che li forniscono come integrazione al reddito, ed esentasse ed altrettanto convenienti per i dipendenti che ne beneficiano visto che non concorreranno a formare il reddito del lavoratore. E’ la novità inserita tra le pieghe della Legge di Stabilità che si appresta a vedere la luce.

Racconta Alessandro Barbera su La Stampa: “Fra le pieghe della manovra spunta poi un’altra novità. La relazione tecnica all’articolo 12 scrive che ‘le somme, i servizi e le prestazioni erogati per la fruizione di servizi di educazione ed istruzione (…) non ché per la frequenza di ludoteche e di centri estivi, per le borse di studio (…) non concorrono alla determinazione del reddito’. Detta in sintesi, dal 2016 in poi le aziende potranno concedere ai propri dipendenti buoni esentasse per pagare la baby sitter ai figli, corsi scolastici, rette d’asilo o qualunque altro servizio che possa essere ricompreso fra quelli di cosiddetto welfare”.

E, spiega ancora sempre La Stampa in un ‘boxino’ a fondo pagina: “Dal primo gennaio non concorreranno a formare il reddito del lavoratore tutti i servizi concessi attraverso l’accordo aziendale: fra questi la mensa, l’asilo, le spese per la scuola privata dei figli, i centri estivi, le spese per l’area ludica di un’azienda, le borse di studio, l’assistenza agli anziani”.

Due spiegazioni che illustrano la novità, certamente positiva ed apprezzabile per i lavoratori dipendenti, contenuta in quella che una volta si chiamava legge finanziaria e ora legge di stabilità. Una novità che tradotta in un linguaggio più spiccio recita che un ipotetico buono-scuola da mille euro non si sommerà allo stipendio del lavoratore dipendente che lo riceve ed eviterà quindi di fargli salire l’imponibile e con questo il totale delle tasse che paga. Una bella differenza visto che sino ad oggi accadeva esattamente il contrario con i servizi in oggetto che concorrevano eccome a formare il reddito, e quindi ad alzare il ‘monte tasse’ che ogni contribuente dipendente paga.

Ovviamente, per quanto positiva, è una novità che riguarda e riguarderà un pubblico ristretto, e cioè i lavoratori dipendenti ed in particolare quelli delle aziende medio-grandi. Se da una parte è infatti lapalissiano che il welfare aziendale non possa essere destinato a chi in un’azienda non lavora, è anche vero che le iniziative di questo tipo sono solitamente adottate da aziende di una certa dimensione e non da quelle piccole.

Nonostante questo, in un’epoca in cui il welfare di tutto, quello cioè garantito e spesato dalla Stato, vive un periodo di contrazione con conseguente riduzione dei servizi offerti, sarà certamente una novità apprezzata. Almeno nella misura in cui le aziende offriranno simili servizi.

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