Vegan “carne” nei market: ci vendono quel che non c’è: glutine, lattosio…

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 12 Dicembre 2016 - 08:33 OLTRE 6 MESI FA
Vegan "carne" nei market: ci vendono quel che non c'è: glutine, lattosio...

Vegan “carne” nei market: ci vendono quel che non c’è: glutine, lattosio… (Nella foto un arrosto di seitan)

ROMA – Vegan “carne” nei supermarket, in vendita sugli scaffali e in studiata confezione. Fiorentina bistecca vegana, wurstel vegetali, mortadella anch’essa vegana. Ovviamente nella vegan carne di carne animale non ce n’è e non cene deve essere altrimenti i consumatori vegani si infurierebbero e non comprerebbero. E allora perché chiamare questi prodotti alimentari esplicitamente e volutamente anti carne, destinati a chi la carne la rifiuta come cibo come autentico peccato contro natura proprio con i nomi classici della carne da mangiare, fiorentina, mortadella..?

Già, perché? Il perché dell’industria alimentare che confeziona e lancia del tutto legittimamente questi prodotti è chiaro. L’industria ha compreso che si vende bene quello…che non c’è. E l’industria si adegua ai movimenti della nostra psiche collettiva, della nostra cultura in formazione (o della sub cultura in stagnazione, in fondo ci sono epoche e luoghi della storia e del sociale in cui il confine tra le due entità è quasi impossibile tracciare e scorgere).

Ci vendono sempre più e sempre più a nostra richiesta quello che non c’è. La pasta senza glutine. Non per i celiaci ma per tutti. Perché chissà perché abbiamo cominciato a pensare che un cibo “senza” sia meglio. Quindi meglio senza glutine, a prescindere. E senza zuccheri e senza lattosio (non per diabetici o intolleranti ma per tutti). Ci vendono ormai da tempo formaggi e mozzarelle senza lattosio, dolci con il “minimo di zuccheri”. E per carità senza olio di palma. Che l’olio di palma oggi è il più sospetto di tutti, domani toccherà a qualche altro e l’industria alimentare si adeguerà. Non è fanta marketing un sale senza sale.

Nella “carne” per i vegani non c’è da lamentare la messa in atto di una sorta di contraffazione. Quelli che comprano sanno bene cosa comprano, lo chiedono loro il cibo “senza”. In un meraviglioso e perfetto connubio di totalitarismo ideologico e orrore per la scienza sperimentale e ogni sua disciplina.

Il vegano doc pensa se stesso come un benefattore dell’umanità e della natura, come un “giusto”. E pensa chi non mangia (e pensa) come lui non come uno che liberamente fa altra scelta e pensiero. No, per il vegano il mangiatore di carne è un nemico dell’umanità, in certo qual modo un umano di specie nociva (inferiore?). Eccolo il totalitarismo.

Un sacco, proprio un sacco di gente orecchiando un salutismo programmaticamente ignorante e non poco furbetto, pensa che se mangi “senza” è meglio. Senza cosa? Senza più o meno tutto, senza grassi, oli, lattosi, glutine, senza carne…Eccolo l’orrore per la scienza e per ogni disciplina scientifica, compresa quella dell’alimentazione.

Somma i due ingredienti ed hai la domanda di carne vegana. Ma non è l’industria che imbroglia, è la nostra testa che si è imbrogliata e parecchio. Perfino sul cibo, perfino arrivando a confondere e mischiare due concetti e pratiche opposte: il mangiare naturale e sano il mangiar vegano.