Cuba, un vecchio guerrigliero racconta la rivoluzione che non c’è più

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 26 Luglio 2019 - 06:15 OLTRE 6 MESI FA
Fidel Castro in un manifesto a L'Avana (foto Ansa)

Le immagini di Fidel Castro in un manifesto a L’Avana (foto Ansa)

ROMA – “No me gustan los habaneros”. Chichy, santiaguero,58 anni di vita trascorsa pericolosamente, affida adesso coscienziosamente a diversi tragos de Ron “el caney”, “no la mierda de Matusalem o Havana Club, de los ricos”, il racconto della sua vita. Magro e rapido di gesti e di parola, non ci mette molto a raccontare la sua vita sotto lo sguardo vigile “de la unica persona que me hace miedo (mi fa paura), mi esposa”, attentissima a che non sgarri la dieta alcolica che gli ha imposto negli ultimi anni. “Una botella y nada mas”.

“No me gustan los habaneros”, “siempre atras (dietro) de nosotros santiagueros”, in Angola, dove l’internazionale socialista aveva incaricato Fidel di inviare le sue truppe scelte contro l’aggressione “de los racistas sudafricanos”. “No me gustan los habaneros”, se c’era da beccarsi una mitragliata, erano Chichy ed i suoi compagni di Santiago i primi a finire accoppati, “non por mano de los negros africanos, cojones”, ma colpiti dai fucileri bianchi, mercenari al soldo dei sudafricani. “Los negros africanos solo comian (mangiavano) los prisioneros cubanos”, li squartavano in due e gli mangiavano il cuore, “te lo juro, yo lo vi”.

“No me gustan los habaneros “, quando in questa “nueva vida”, mi dice, vado all’habana, dove è un tecnico del suono, non vede l’ora di tornare a casa, “el mismo dia, de tren, de Guagua (bus), de carro, a pie’”… Anche perché a l’habana pagano poco nonostante abbiano più denaro che nell’Oriente cubano, “ellos no tienes corazon”. “No me gustan los habaneros “ ripete, all’ Ambasciata cubana di Budapest, dove faceva la scorta ai diplomatici, un premio ai suoi trascorsi militari, erano tutti habaneros. Buoni solo a parlare, “sin cojones”, “y a las mugnequitas (bambolina) deliciosa de Hungaria le gustaban los hombres de acion, no a los paroleros”. “No me gustan los habaneros”. “Y no me gusta mas Cuba tambien”. Non la capisce più questa Isola Chichy, con i suoi turisti e le sue speranze tradite. Hai avuto la tua Perestroika, comandante, ti resta comunque la musica che sapientemente mescoli al tuo pessimo Ron che allunghi con la tua rabbiosa malinconia.