ROMA – Il sovranismo al potere ha bisogno sempre di nuovi nemici. Trump li ha trovati tra messicani e mesoamericani, accampati dietro a quel Muro con il quale pensa di negar loro il “sogno americano”. Orban con il suo Visegrad group, è fieramente schierato contro i nemici di Bruxelles, dai quali però non disdegna l’erogazione dei fondi strutturali europei che gli hanno permesso di uscire dalla miseria post comunista.
Ed ancora i leader polacchi, turchi, serbi, tutti alla ricerca del “nemico” da stanare per sopire le ansie sovraniste delle loro genti. Di Maio, ultimo arrivato nel club, ha scelto la Francia, che pure aveva blandito sino all’anno scorso, sperando in Europa in un accordo con Macron.
Altri tempi. Adesso i comunicatori del movimento, suggeriscono di strappare in diretta TV i franchi africani, solidarizzare con i gilet gialli, denunciare il colonialismo francese imbastendo una serie di luoghi comuni da far rabbrividire storici e politologi. Ovviamente, dei neri d’Africa e del loro destino gli interessa assai poco. L’importante per i pentastellati è uscire dall’angolo in cui li ha cacciati Salvini.
A questo fine tratteggiano una politica estera raffazzonata e aggressiva, priva di alcuna lungimiranza, sperando che, come accade a Salvini, l’elettorato grillino apprezzi l’approccio forte con il quale si propongono di “spezzare le reni” a Macron. Di Maio sa che se vuole iscriversi al club dei Sovranisti (senz’altro vincenti in Europa) deve dismettere sorrisini ed abitini eleganti tagliati su misura, indossare tute mimetiche, e con il coltello tra i denti tirare fuori la cattiveria necessaria a conquistare un elettorato, quello italiano, ubriacato dall’ansia di crudeltà che gli ha instillato giorno dopo giorno il Ministro dell’interno.
Una partita per la supremazia in italia che Salvini e Di Maio hanno deciso di giocare all’estero.