Pd, la Meloni dice che è sinistra erede del Pci; ma i comunisti sono in esilio, comandano gli ex democristiani

Pd e Pci, nipote e nonno? O non piuttosto mutazione, proprio come il covid? E mutazione verso il centro se non verso destra? La risposta è nel fatto che, come è  stato giustamente scritto, e non è la prima volta, il PD è pilotato dagli eredi della Democrazia Cristiana. Non del Pci. E che sono oramai gli eredi della Balena Bianca gli unici play-makers della politica della sinistra italiana.

Se si guarda ai nomi ci sono pochi dubbi, che peraltro svaniscono anche quelli proprio se si osserva l’azione politica del PD.

Il Partito Democratico è guidato da un erede del PCI, quello sbiadito e timoroso Nicola Zingaretti incapace di dare al Partito una svolta progressista. Ma quelli che contano nel primo partito della “sinistra”, sono altri. E vengono tutti dalla DC.

Chi comanda nel Pd sono gli ex democristiani

Lo era Matteo Renzi, che è stato capace di scippare il partito a Bersani per poi spostarlo verso il centro (ma anche verso destra). Prima di andarsene per i fatti suoi, portandosi appresso un bel pezzo di parlamentari eletti nel PD, anche perché le liste le aveva fatte lui.

Lo è Dario Franceschini, che è potentissimo, ha uomini ovunque e soprattutto ha mire molto alte, come tutti gli abili democristiani.

Lo è Enrico Letta, che dal dorato esilio parigino attende pazientemente, da buon democristiano, che gli venga riconosciuto il ruolo di “riserva nobile” della Repubblica. Quel ruolo che Renzi avrebbe potuto pretendere per sé. Se non avesse preferito invece dispensare “consigli” in un improbabile inglese.

Lo sono Pier Ferdinando Casini e Clemente Mastella, eredi di Forlani e De Mita, che non sono nel Pd, è vero. Ma sono prodighi di consigli molto democristiani al PD e molto utili a tessere le trame apprese dai loro maestri.

Al vertice del Paese gli ex democristiani 

Per arrivare poi ai profili più alti dei democristiani che sono confluiti nel PD, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E il fondatore dell’Ulivo, il  movimento dalla cui costola è nato il Partito Democratico, Romano Prodi. Che Presidente della Repubblica non lo divenne a causa della carica di 101 parlamentari

Per contro Pier Luigi Bersani, l’unico politico onestamente raziocinante della componente di sinistra del PD, fonda l’ennesimo partitino di sinistra da cui ricava poco, giusto il posto di ministro per il pupillo Roberto Speranza.

Massimo D’Alema, un altro componente della ditta – il modo con cui venivano identificati coloro che provenivano dal PCI per approdare al PD – è stato costretto a dedicarsi più che altro alla sua Fondazione. Dopo che, nella consueta maniera democratistiana, Renzi gli aveva sbarrato il passo per la nomina, a cui molto teneva, ad Alto Rappresentante della politica estera europea.

Mentre Walter Veltroni si dava al cinema,  con risultati peraltro lusinghieri e Achille Occhetto, che aveva messo il PCI in liquidazione coatta, si ritirava a vita privata.

E in un contesto del genere, la destra sovranista, Giorgia Meloni in testa, continua a ripetere che siamo governati dalla “Sinistra”. 

Gestione cookie