Renzi, getti la maschera, l’outing sul palco della Leopolda: è sempre stato a destra, a sinistra si rassegnino

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 23 Novembre 2021 - 12:10 OLTRE 6 MESI FA
Renzi, getti la maschera, l'outing sul palco della Leopolda: è sempre stato a destra, a sinistra si rassegnino

Renzi, getti la maschera, l’outing sul palco della Leopolda: è sempre stato a destra, a sinistra si rassegnino

Matteo Renzi, getta la maschera. Sul palco della Leopolda il momento della verità.

L’aveva inzeppata di cianfrusaglie quella bellissima stazione fiorentina dedicata al più illuminato dei granduchi che hanno governato la Toscana.

Un improbabile bric a brac da dove 11 anni fa aveva lanciato la sua sfida alla sinistra spostando a destra il partito democratico.

Dopo più di un decennio da quel palco sono scomparse biciclette sgangherate e macchine da scrivere vintage, ma non la boria di chi ancora sente di contare qualcosa in Italia

Il dramma è che è vero. Quella percentuale da prefisso telefonico che misura il consenso di cui gode nel Paese è comunque sufficiente per condizionare la politica.

Vista la nutrita schiera di parlamentari che controlla. Utili, e forse anche indispensabili, a risolvere il nodo politico più importante nei prossimi mesi, l’elezione del Presidente della Repubblica.

E così, tra una minaccia a chi lo indaga e uno sberleffo al partito che ha governato, sul palco della Leopolda si consuma il dramma di chi voleva “cambiare il Paese”. Animato solo dal velleitarismo che in fondo è  sempre stata la sola cifra della sua azione politica.

In attesa di ritirarsi tra gli agi del Golfo Persico, Renzi ha individuato i suoi nemici e li attacca a testa bassa.

Una minaccia di qua, una di là, ed ecco servito il Ricatto per mezzo del quale si illude di ritrovare una centralità politica che non ha più da anni.

Adesso lascia intendere che i “suoi” voti possono andare alla destra, adombrando uno scenario strategico a lungo termine che in fondo è l’epilogo naturale della sua azione politica.

Renzi da riformatore della sinistra a ruota di scorta di Salvini e Meloni

Se, come pare, contribuirà con Faraone e Bellanova a complicare un accordo unitario sul nome del prossimo Capo dello Stato, avrà offerto su un piatto d’argento i numeri e il programma per un accordo post-Draghi che favorirà le destre.

Tutto lecito, ci mancherebbe.

Ma deve dirlo apertamente e non continuare a cianciare di un “grande centro” con la pretesa che non ne facciano parte Conte o Calenda. E magari sperando solo in Brunetta e Carfagna augurandosi che questi abbiano il placet di Berlusconi.

È arrivato anche per lui il momento di gettare la maschera ed ammettere apertamente che l’operazione di trascinare a destra le forze progressiste, non gli è riuscita.

Si accomodi lui dove è giusto che stia, e non blateri di riformismo.

Che sia il Parlamento o in un Consiglio di Amministrazione, il posto di Renzi è ed è sempre stato a destra, ed è bene che se ne facciano una ragione anche a sinistra.