Riforma Senato: un dubbio risparmio non giustifica la fine del voto

di Antonio Buttazzo
Pubblicato il 4 Aprile 2014 - 08:10 OLTRE 6 MESI FA
Riforma Senato: un dubbio risparmio non giustifica la fine del voto

L’aula del Senato. Matteo Renzi ne vuole fare non un bivacco per i suoi manipoli ma per i suoi sindaci in trasferta a Roma

Una cosa è eliminare il bicameralismo perfetto altro snaturare del tutto il Senato.

La crisi del bicameralismo è piuttosto la duplicazione delle funzioni quindi, non il senso dell’istituzione.

Come è noto, la riforma costituzionale proposta da Renzi non mira alla eliminazione del Senato ma piuttosto ad una diversa composizione per cooptazione tra amministratori rappresentanti delle autonomie locali, sindaci, governatori, consiglieri regionali che stando alle cronache non mi pare che brillino per competenza e rettitudine.

Insomma, rinunciare alla elettività della camera alta, a favore di un sistema di cooptazione che avrebbe come unico vantaggio quello di non corrispondere una indennità ai nuovi senatori (dei costi di viaggi, soggiorno, staff nessuno parla mai), non mi pare una soluzione auspicabile.

Piuttosto sarebbe utile e necessaria una differenziazione delle funzioni, riservando al Senato una serie di competenze in materia di argomenti “etici” che sia da stimolo e da riflessione per la Camera , alla quale sarebbe demandata la fiducia al Governo, sottraendola quindi alle funzioni del Senato che potra’ essere composto da Senatori il cui mandato dovrebbe essere elettivo ma improrogabile.

Ciò a garanzia di un impegno parlamentare non condizionato dall’ansia della rielezione ma mirato allo svolgimento di una funzione di controllo nei confronti dell’altra Camera cui sarebbe assegnata in via principale la funzione legislativa.