Coronavirus da spiaggia: come si fa a abbronzarsi o a nuotare con la mascherina?

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 12 Luglio 2020 - 15:22 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus da spiaggia (nella foto Ansa): come si fa a abbronzarsi con la mascherina?

Coronavirus da spiaggia: come si fa a abbronzarsi con la mascherina?

Coronavirus da spiaggia. Le palme allineate genere Mauritius, gli ombrelloni che sembrano parenti poveri. Lettini, sdraio e seggiole scampate all’obblio.

Il Coronavirus concede una tregua in questa domenica di luglio. La spiaggia di Pescara, quella dello scapestrato in fuga durante la fase 1, si riempie di esseri umani già dall’alba. Le ammucchiate familiari non sono proibite. Ma, si vede ad occhio nudo, che non tutte sono familiari.

Il mare attrezzato è caro. Le famiglie di fatto si formano alla bisogna. Non si può dare loro torto. Come si fa ad impedire l’aria e il bagno, dopo l’agonia della quarantena? Chi si è salvato, spinge sull’acceleratore della vita.

Comportamenti variegati. Ognuno fa come sa e come può. Le mascherine appaiono e scompaiono a turno. Come si fa ad abbronzarsi in maschera? E scivolare in acqua? Peggio mi sento. Insomma il paravento naso-bocca non va di moda.
I bambini, finalmente sguinzagliati, fanno un casino del diavolo. Ammucchiati nei salvagente, sparano cannoni di sabbia sotto l’ombrellone. No, non vanno in mare, ché magari sarebbe meglio per la tranquillità dei vicini…

I genitori non hanno colpa

Resisto eroicamente al coprire i genitori di improperi. Neanche loro hanno colpa. I pugliesi, qual io rimango, distinguono la gente di mare da quella di spiaggia. A Pescara prevale la seconda categoria. Tradizioni diverse.
In questa ammucchiata promiscua, mi sento un po’ a disagio.

Cerco di appartarmi nelle mie letture, vento permettendo. Ogni ora mi tuffo per rinfrescarmi le idee e tenere a freno l’angoscia da fase 1.

Mi guardo attorno in cerca di distanze come da regolamento. Non riesco a definirle, così ad occhio. A naso, mi par di vedere che le teste siano vicine all’incollo. Sarà che la prossima volta vengo con il metro pieghevole dei vecchi geometri. 

La controra brucia la pelle e infuoca la sabbia. Stare all’ombra è obbligatorio. Il venticello che stravolge il giornale non serve a rinfrescare. È vento di scirocco che presto porterà la pioggia della domenica. Servirà a chiarirsi le idee.

Mi rivesto, mi carico lo zaino. C’è un tavolino che attira la mia curiosità. Quattro signore di una certa età giocano a carte. Tutte e quattro con mascherina chirurgica. Be’, mi sento meglio, finalmente! Svoltati i settanta, tocca essere saggi!

E comunque ferie in montagna, quest’anno. Confermo!