Immigrati, Beppe Grillo strizza l’occhio ai leghisti e balla sui morti

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 11 Ottobre 2013 - 12:35 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio (LaPresse)

Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio (LaPresse)

ROMA –  Beppe Grillo (con il suo “cervello” Casaleggio) porta l’ultimo assalto al fortino della Lega del fu Umberto Bossi. Ed estende l’assalto ai suoi cittadini-parlamentari che, insieme a Pd e Sel, hanno votato per l’abolizione del reato di clandestinità. Il reato che prevede, in sostanza, morte per naufragio o carcere per essere sopravvissuti.

Limite oltre il quale si spinge il governo Berlusconi-Fini per non perdere l’appoggio del Carroccio. Dopo l’ennesima mattanza di Lampedusa, con i suoi trecento morti e passa, il governo Letta ha dato una sterzata alle politiche di accoglienza, e il Parlamento con un voto in commissione ha dato seguito la sterzata con una maggioranza anomala: Pd, Sel, M5S. Il Pdl ha mugugnato, ha soffiato come un gatto incazzato, ma non se l’è sentita di ballare sui morti di Lampedusa, sotto gli occhi di papa Francesco, della Chiesa e delle immagini televisive. Insomma, la scelta “umanitaria  sembrava cosa condivisa, ancorché con qualche distinguo.

Il leader Grillo che sente odor di inciucio anche qualcuno parla bene di lui, ha rotto l’assedio, cominciando dai suoi cittadini-parlamentari che avevano votato per l’abolizione della legge-vergogna. Lo ha fatto il suo solito ghigno rabbioso, ma con parole politicamente così scorrette, che manco Bossi, che manco Le Pen, sintetizzate dai giornali più o meno così: ci interessano gli elettori, non gli immigrati morti. I suoi, che pensavano di aver fatto una buona cosa, si sono trovati spiazzati, e forse hanno cominciato a capire che il comico genovese, per vincere, è disposto a tutto, ma proprio a tutto. Anche a ballare sui morti.
Ora si capisce bene che non è in gioco la sostanza della legge. Si capisce che la questione è complessa e che non essere considerati criminali fa parte dei diritti di quei poveri disgraziati, ma non risolve il problema. Ben altro ci vorrà per risolvere la tragedia degli esodi dai Paesi poveri o retti da dittature disumane. Ma Grillo non sta a guardare al capello, vede che il posto della Lega comincia a liberarsi, e riesce a fare un sol boccone anche del “mitico” Mario Borghezio.
Epperò la sua uscita ha un che di in autentico, di appicicaticcio come dire. La questione vera è la sopravvivenza del Movimento, che rischia di perdere pezzi di sinistra.  Non gli ha giovato l’attacco al Quirinale, non è pagante il rifiuto dell’indulto. E anche questa di prendersela con i morti non appare una grande. Beh, se la sinistra torna a casa, Grillo sposta il suo partito a destra e, se serve, all’estrema destra. Se Marine Le Pen può andare all’Eliseo