ROMA – Papa Francesco “scandaloso”: sessualità e matrimonio, valori negoziabili. Papa Francesco fa “scandalo” anche quando dice cose del tutto ovvie per un cristiano. Nell’intervista a “La Civiltà Cattolica”, la rivista dei gesuiti, ha detto e ribadito un concetto: la Chiesa è misericordia, Dio è misericordia. Con chi? Con tutti. Con i divorziati, con le donne che hanno abortito, con i gay. Il papa ha cioè archiviato il riflesso condizionato della Santa Inquisizione, che fu dei domenicani, non dei gesuiti.
Francesco è gesuita, il primo vescovo di Roma figlio di Ignazio di Loyola, che parla alla rivista della sua Compagnia. E non è un caso che La Civiltà cattolica pubblichi per la prima volta l’intervista a un papa. Francesco ha dunque detto parole che sono l’essenza dell’insegnamento evangelico. Cristo, secondo il racconto del Nuovo testamento, parlava e si accompagnava ai diseredati, alle prostitute, ai pubblicani, ai peccatori: a coloro, cioè che avevano bisogno della Parola di Dio.
Cristo era ebreo e il suo comportamento scandalizzava i Sacerdoti dell’ebraismo, che mai più avrebbero accolto i “peccatori” nelle Sinagoghe. Francesco ha ripreso il discorso degli Evangeli, parlando con una semplicità che non è casuale, ma che è propria del suo stile di vita e di pensiero. Ha riportato all’attenzione del mondo la “rivoluzione” del Concilio Vaticano II, che non è stato al centro dei pensieri della Curia negli ultimi trent’anni.
Francesco non ha detto nulla di nuovo, a ben guardare. Ma, più che nelle precedenti occasioni, questo papa ha fatto “scandalo”. I commentatori rimarcano, infatti, la sua distanza da Wojtyla e da Ratzinger sui “principi non negoziabili”, cioè la vita, la sessualità, il matrimonio uomo-donna. In realtà, non rendono giustizia alle parole del papa, che non ha incoraggiato a divorziare, ad abortire e ad essere omosessuali.
Lui non c’entra con la “rivoluzioni” sessantottine, ha semplicemente detto che la Chiesa deve avere misericordia ed accogliere chi sbaglia, chi vive una particolare condizione, chi si pente e chiede aiuto a Dio. Anche tra le erbacce, ha detto, un seme può germogliare. Per il resto, nulla di nuovo. I principi e i dogmi del Cristianesimo rimangono quelli di sempre, il Vangelo rimane il testo primario e non ha neanche bisogno di essere “piegato” ai tempi. I peccatori ci sono sempre stati. Forse l’unica vera novità di Francesco è che a loro la Chiesa promette accoglienza e non le pene dell’Inferno.
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