– Ho visto un rom.
– Sa l’ha vist cus’è?
– Ha visto un rom!
– Ah, beh; sì, beh.
– Un rom che votava anche lui alle primarie…
ROMA – “Primarie di Rom” o primarie di Roma? Forse non è una notizia, ma come spesso succede è già una polemica: vera o non vera e soprattutto provata o non provata, è diventata “centrale” la questione di un presunto afflusso straordinario di rom ai gazebo di “Roma. Bene Comune” per votare il candidato sindaco alle elezioni comunali del 26 e 27 maggio.
Tutto è partito da un tweet/post su facebook (un programma permette di fare le due cose in simultanea) della renziana e sostenitrice di Paolo Gentiloni Cristiana Alicata, questo: “Le solite incredibili file di Rom che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica. #primarieRoma”. Domenica, 7 aprile, ore 11.47. Finirà con un’affluenza di 100 mila votanti e una larghissima vittoria di Ignazio Marino, che con oltre il 50% dei consensi staccherà nettamente David Sassoli (28%), Paolo Gentiloni (14%), Patrizia Prestipino (2%), Gemma Azuni (2%) e Mattia Di Tommaso (1%).
I freddi numeri dicono che per cambiare il risultato del voto bisognava cammellare almeno 10 mila rom. Un dossier del Comune li ha censiti: sono 7.877, bimbi e neonati compresi, dislocati in 100 siti. Non ci siamo. Non bastano per vincere. Inoltre, le altissime percentuali di smartphone e macchinette fotografiche per abitante avrebbero comportato che, di fronte ad un afflusso regolare e capillare di nomadi ai gazebo, ci saremmo trovati con decine di foto che li ritraggono sorridenti e votanti. Invece ci sono solo un paio di scatti. Li hanno tirati fuori i grillini, ma li vedremo più in là.
Intanto torniamo a Cristiana Alicata, nipote di Mario Alicata (nome storico del Pci), ingegnere alla Fiat, scrittrice con tre libri all’attivo, dirigente del Pd Lazio e lesbica, come rivendica per rispondere alle accuse di razzismo. La Alicata è in possesso di altri numeri, quando replica così, sul suo blog, alla prima ondata di commenti – per lo più negativi – al suo post:
“Il razzismo non c’entra nulla. C’entra la statistica. Qualcuno si vuole occupare di questi flussi elettorali? Così come di quelli di tanti italiani sotto la soglia di povertà che “seguono” le indicazioni del politico di turno? E’ normale chiedersi se “è tutto normale” in zone dove sai che alla fine in quelle zone si vota sempre come decide Tizio o Caio? E’ statisticamente normale che se Tizio appoggia Sempronio in quel seggio vada sempre in un certo modo? Secondo me, no”.
Alicata porta a suo favore un’agenzia di stampa:
TESTI ACCUSANO: “IMMIGRATI PAGATI” LITE IN SEGGIO, RESPONSABILE CHIAMA POLIZIA Momenti di tensione in un seggio per le votazioni della Primarie del Pd a Roma. Intorno alle 13, in via dell’Archeologia nel quartiere di Tor Bella Monaca, la coordinatrice, all’interno di una sezione del Pd, ha chiamato la polizia che è intervenuta dopo una lite tra esponenti del partito che avevano notato l’arrivo e il conseguente voto di gruppi di stranieri, tra i quali bengalesi e africani. La violenta lite era nata perché alcuni testimoni sostenevano che fuori dal seggio avevano visto alcuni immigrati ‘ricevere dei soldi’. A quel punto la lite aveva assunto toni molto accesi e la responsabile del seggio ha ritenuto indispensabile l’intervento della polizia.
E anche la testimonianza di un anonimo M.:
p.s. Racconta M.: “Primarie Bersani/Franceschini/Marino. Seggio di Via Oratorio Damasiano (Roma). Ero tra i volontari che spesero una bella domenica di democrazia in un gazebo. Arrivò una fila di rom (circa 40) a votare. Proprio perchè credo nella assoluta uguaglianza, chiesi loro – come a chiunque altro – il “contributo volontario” di 2 euro. Ingenuamente, il capofila mi rispose “io ne do due a te e a me ne danno 20, a me va bene comunque”. La frase è stata messa a verbale alla chiusura del seggio, ma nessuno – NESSUNO – ha preso alcun provvedimento. Il problema non sono assolutamente i rom, che da cittadini italiani godono esattamente dei miei stessi diritti e ne vado orgoglioso, ma del fatto che qualun altro – dentro un partito – abbia sfruttato una situazione di indigenza per comprare un voto. E’ tutto verbalizzato.”
Tanti non trovano “convincenti” le argomentazioni di Alicata. Scrive su Facebook Andrea Enrico Pia:
“La cito dal Corriere: “Noi sappiamo come vanno queste cose, ma se avessi le prove lo andrei a denunciare alla magistratura, ovviamente. Mi fa pensare il fatto di non vedere questa partecipazione in altri momenti e di vederla soltanto alle primarie. Tutto qua” e in seguito: “Non ho visto nel mio seggio file di rom – aggiunge- persone mi hanno riferito che era così”. Ma che argomentazioni sarebbero? Non so, mi hanno detto? E’ lecito pensare? Ma lei è in qualche direzione del Pd? Ma impari a pensare prima di darsi alla politica, non abbiamo bisogno di altri avventurieri del paralogismo”.
Sulla stessa linea Laura Bonaventura:
“A leggere il pezzo sul corriere m’è venuto un brivido. Ho pensato a un ipotetico articolo su Die Zeit dove si riportano le parole di un politico della SPD che dice, da Berlino: “Le solite incredibili file di italiani che quando ci sono le primarie si scoprono appassionatissimi di politica.” Fate voi…”
Maria Luisa è più veemente:
Maria Luisa mi dici dove li hai visti?? tI RENDI CONTO DI COSA HAI SCATENATO ?? 8 ore fa hai fatto questo post, nessuno in 8 ore è riuscito a fare una foto di questi rom in fila?? VUOI CORTESEMENTE CORREGGERTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La questione sono proprio le prove, le foto, le denunce che documentino le irregolarità. Ci pensa il sito filo-grillino Vox news, pubblicando quattro foto in cui è ritratta sempre la stessa famiglia rom che vota alle primarie. Il sobrio titolo del post è “Scandalo a Roma: file di Zingari alle primarie Pd, voti comprati in cambio di più campi nomadi?”. Nel testo si legge: “Ma quello che preoccupa i cittadini è altro: cosa hanno promesso, questi candidati a Sindaco di Roma agli Zingari, in cambio del loro sostegno alle primarie? Più campi nomadi? Più soldi? Meno controlli?”.
Il candidato del Movimento 5 Stelle Marcello De Vito fa sua “l’indignazione” anti-rom e attacca le primarie del centrosinistra – lui votato da 532 militanti in primarie blindate via web. Questo si legge sulla pagina facebook che sostiene la sua corsa alle comunali:
“In genere, quando si parla di primarie del PD si fa riferimento ai 2 euro che ogni sostenitore “investe” per esprimere il suo voto e che tendono a diventare un tesoretto del quale nel giro di poco si perde ogni traccia, in queste primarie romane c’è una novità, però… Alcune persone sono state pagate ben 10 euro per esprimere il loro voto!!!”
I rom hanno reagito, ma non contro il Movimento 5 Stelle. Un esponente del campo di Via Candoni, Bambalau Ion, ha detto a Paese Sera che denuncerà Cristiana Alicata:
“Sporgeremo querela, siamo molto arrabbiati. Ieri siamo andati a votare perché vogliamo contribuire alla politica della città in cui viviamo. Non ne possiamo più di essere trattati come criminali ed emarginati, vogliamo dimostrare di essere in grado di lavorare, di fare il nostro dovere. E tra questi doveri c’è anche quello di andare a votare”. Da qui la decisione di denunciare la dirigente del Pd. “È la terza volta che voto e ne sono orgoglioso”
Non poteva mancare un intervento di Gianni Alemanno, che su una Roma “sgomberata” dai Rom e dai fatti di cronaca nera ci aveva costruito la vittoria nel 2008. Il solerte Comune di Roma – annuncia la vice sindaco Sveva Belviso – farà un esposto alla Procura per accertare la veridicità delle accuse sulla compravendita di voti “dopo la gravissima denuncia presentata dalla signora Alicata […] oggi registriamo nuove, pesantissime accuse attribuite, sulla rete, dal Movimento cinque stelle. Questa volta si parla addirittura di cifre: 10 euro pagati per ogni voto”.
Le primarie del centrosinistra, così come le elezioni vere, non sono immuni ai brogli, al voto di scambio, all’elettorato “cammellato”. Un fenomeno quasi sempre italianissimo, tra l’altro. Ma in casi passati, come a Napoli e a Palermo, quel voto è stato fotografato, denunciato, discusso fino a provocare l’annullamento delle primarie stesse. Non è stato il caso di Roma. Inoltre, si può contestare la scelta di far votare chi il diritto al voto non ce l’ha per età e cittadinanza (sedicenni e stranieri), ma non si può limitare con criteri etnici l’accesso ai gazebo. Non esistono rom con residenza e certificato elettorale? L’8 aprile, ironia della sorte, è la giornata internazionale dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti.
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