ROMA – I due giovani vecchi Enrico Letta e Angelino Alfano – che sulla fiducia al governo di larghe intese hanno sconfitto il vecchio giovane Silvio Berlusconi – non sono la vecchia Dc che ritorna ma un nuovo trasversalismo che si impone: quello costruito con pazienza dalla fondazione VeDrò.
La nuova balena (bianca) che ha battuto il vecchio Caimano è un network, un pensatoio di “giovani” (categoria che in Italia va dai 29 ai 59 anni) del Pd, del Pdl, che insieme a vip dell’economia, delle professioni, dello sport e dello spettacolo ogni anno a partire dal 2005 si sono riuniti per tre giorni a fine agosto a Dro, sul Lago di Garda.
Nel 2012 avevano partecipato in 800 “veDristi”, pagando anche un po’: 150 euro di iscrizione gli under 30 e 300 euro tutti gli altri.
L’appuntamento con “L’Italia al futuro” è saltato solo nel 2013, perché la fondazione VeDrò era troppo occupata a governare. Spiega Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano:
“Angelino Alfano è il primo nome del network di politici amici, Letta lo ha coltivato quando era soltanto un delfino senza quid, comparsa della politica berlusconiana. Il premier ha aiutato Nunzia De Girolamo a emergere dalla schiera di figure femminili dal curriculum sospetto all’ombra del Cavaliere (e frequentando VeDrò la De Girolamo ha intrecciato la sua vita a quella di Francesco Boccia, oggi potente presidente di commissione Bilancio del Pd). Letta ha portato a palazzo Chigi un metodo, ma anche uno staff: Monica Nardi, per esempio, è responsabile media di VeDrò e oggi è una delle voci della comunicazione del premier […]. Anche Matteo Renzi era uno del giro di VeDrò, ma ha seguito una traiettoria più autonoma e alternativa a quella del lettismo, che non prevede contrapposizione frontali e vittorie nette.
A Dro, vicino Trento, nelle cene a bordo piscina, nei dopocena alcolici negli hotel sul lago, come nei gruppi di lavoro o ascoltando il concerto conclusivo (musica scelta da Letta, molto anni Ottanta, tipo gli Stadio), in tanti si chiedevano: “Ma che ci guadagna Enrico da tutto questo? A cosa gli serve costruire questa rete se poi non la sfrutta?”. L’attuale premier si limitava a un breve discorso l’ultima mattina, quando il grosso degli ospiti se ne era già andato. Mercoledì si è capito che ci guadagnava Letta: il network VeDrò ha retto, più robusto delle appartenenze di partito, nuova base della larghe intese. E non soggetta a voti di sfiducia”.
Alla “robustezza” del think-tank VeDrò, circa un milione di euro di budget, contribuiscono sponsor come Enel, Eni, Edison, Telecom Italia, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l’Italia, Nestlé, Farmindustria, il gruppo Cremonini.
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