ROMA – Vincenzo Longo ha pubblicato su Uomini & Business un articolo intitolato Apple trascina il Nasdaq. La tesi di Longo è che a trascinare i listini delle Borse sono ormai più le novità in ambito tecnologico che le notizie politiche: un esempio di questo sarebbe l’indice Nasdaq, in risalita per i dati sull’Apple Watch, mentre la candidatura di Hillary Clinton alle presidenziali del 2016 ha lasciato freddine le Borse. BlitzQuotidiano vi propone l’articolo completo:
Partenza di settimana contrastata per gli indici europei, dopo le brutte indicazioni arrivate dalla bilancia commerciale cinese. A marzo in Cina sono precipitati sia export (-14,6% a/a) che import (-12,3% a/a), con il surplus commerciale che si è attestato ai livelli più bassi da febbraio 2014. Questo brutto dato ha accresciuto immediatamente l’apprensione tra gli operatori per le altre figure che arriveranno dalla seconda economia del mondo il prossimo mercoledì, quando saranno resi noti la produzione industriale, le vendite al dettaglio e la prima lettura del Pil del primo trimestre dell’anno. L’attenzione del mercato rimane concentrata soprattutto per quest’ultimo dato. Crediamo che se il Pil dovesse risultare sensibilmente lontano dal target fissato dal governo (7% nel 2015), le scommesse del mercato su un’azione espansiva della Banca centrale cinese si intensificherebbero e una manovra sui tassi di deposito potrebbe esserci già entro questa settimana.
In Europa, l’indice migliore è stato l’Ibex di Madrid (+1%) seguito da Piazza Affari. Proprio il Ftse Mib questa mattina è stato protagonista, spingendosi sopra soglia dei 24 mila punti, massimi da ottobre 2009. Positivi un po’ tutti i comparti, con Yoox (+5,5%) che è tornata protagonista sul mercato dopo la pausa della scorsa settimana. Confermiamo il nostro target di 24.500 punti entro il primo semestre dell’anno, anche se la rapidità con cui siamo saliti da inizio anno (+25% YTD) ci spinge ad alzare l’obiettivo sull’intero 2015 a 26 mila punti. A Milano è finita sotto pressione Banca MPS (2,3%) in vista dell’assemblea che dovrà deliberare tra le altre cose, l’aumento di capitale da 3 miliardi di euro.
Prevale la cautela anche a Wall Street, dove gli investitori attendono le trimestrali dei colossi bancari. Domani saranno protagonisti JP Morgan e Wells Fargo, a cui faranno seguito nei prossimi giorni Bank of America, Citigroup e Goldman Sachs. I bassi tassi d’interesse e i buoni dati sulle vendite di case potrebbero aver favorito soprattutto le banche commerciali. Gli investitori, però, cercheranno di capire quanto ha impattato il recente apprezzamento del dollaro sui conti delle aziende. Se da un lato, il dollaro forte penalizza i ricavi, dall’altro, favorisce le imprese che hanno la produzione dislocata fuori dai confini Usa, grazie ai costi più bassi. La seconda candidatura di Hillary Clinton non sembra aver entusiasmato gli operatori. Sul fronte tecnologico, il Nasdaq è tornato sopra area 5 mila punti, dopo i buoni dati sugli ordini arrivati sull’Apple Watch. Secondo le stime, all’azienda di Cupertino sono giunti quasi 1 milione di ordini del nuovo dispositivo, sebbene il lancio ha riguardato solo 8 Paesi, oltre che agli Usa.
Sul fronte governativo, buona prova del Tesoro oggi, che ha collocato BTp sul mercato a 3, 7 e 15 anni per un importo pari a 7,5 miliardi di euro. I rendimenti sono saliti lievemente sulle due scadenze più brevi, mentre sul titolo a 15 anni il tasso è sceso rispetto a quello del lancio via sindacato di un mese fa. Il risultato è ancor più rilevante se lo si paragona al contesto di mercato primario particolarmente affollato questa settimana con molte emissioni sulla parte lunga della curva. Senza dimenticare poi la partenza dell’ottava emissione del BTp Italia, che ha esordito con richieste pari a 3,4 miliardi di euro, valore più alto rispetto al primo giorno dell’emissione precedente. La durata più lunga prevista per questa emissione potrebbe aver giocato un ruolo importante per rendere di appeal l’emissione, mentre il continuo deterioramento delle prospettive inflative ha giocato in senso contrario.