ROMA – Asia Argento love Fabrizio Corona. E ce lo annuncia, comunica, spiega, motiva e racconta così: “Ho visto in lui qualcosa di rotto che poi c’è anche in me…è stata la sua anima così a far nascere un grande amore…noi anime buone, quel che abbiamo è solo rabbia”.
Auguri alla nuova coppia, auguri di lunga, stabile e felice relazione. Ma c’è qualcosa di arrogante, di arrogante verso gli uomini e donne altri, quelli inferiori secondo la mistica esistenziale dell’Argento (condivisa, scommettiamo, anche da Corona). Inferiori i normali solo perché non hanno dentro…qualcosa di rotto. C’è arroganza nel compiacersi, sempre compiacersi in pubblico del ruolo di maledetti che la vita avrebbe scelto per loro, le anime ribelli.
Arroganza e per di più recitata con teatralità svenevole. Asia Argento rivendica, espone, mostra la rabbia ribelle come tratto di affinità elettiva con Fabrizio Corona. Rabbia? Contro chi, contro cosa? Massimo Gramellini sul Corriere della Sera li definisce “emarginati di lusso”. Ecco, non risulta che entrambi, insieme o da soli, siano sopravvissuti a fatica ad infanzia di fame e malattie. Non risulta siano cresciuti in zona di guerra. Non si ha notizia di indigenze economiche o di relazioni.
Entrambi, Asia Argento e Fabrizio Corona, fanno parte del giro dei privilegiati. Non è una colpa. Ma far finta che sia un’afflizione, ecco è questo che è arrogante verso la gente cosiddetta comune.
Entrambi, Asia Argento e Fabrizio Corona, hanno avuto in sorte un posto in prima classe, la classe dei famosi e per questo molto, molto privilegiati nella vita. Non è una colpa. Ma maledire la vita perché ti ha mostrato il volto più morbido è una parte in commedia stucchevole e arrogante.
Asia Argento love Fabrizio Corona, facile è la suggestione del dio prima li fa e poi li accoppia. Ma anche un sorriso di compiacenza può essere corrivo e quindi il nuovo amore, la nuova coppia merita il rispetto e il riserbo che escludono giudizi e ammiccamenti.
Però, se Asia Argento il nuovo amore lo battezza lei così: “in lui ho visto qualcosa di rotto che c’è anche in me”, è lei stessa che chiama a inevitabile commento la frase con cui sempre Totò smontava chi si riempie la bocca di se stesso: “Ma mi faccia il piacere…”.