Atac, Ama, Vigili a Roma…la colpa è dei lavoratori. Bestemmia e realtà

Sì, certo, i sindaci, gli assessori, i politici, gli amministratori…Non sanno, non riescono, non sono capaci. Ma chi davvero potrebbe, può costringere/convincere i Vigili di Roma (Capitale) alla fatica di magari altercare con furgoni che caricano e scaricano dove e come loro pare e parcheggiano su strisce pedonali e regolarmente su marciapiedi agli incroci? E chi potrebbe convincerli/costringerli a prendere atto che il loro compito non è, non sarebbe “verbalizzare” come una città ha abbandonato i livelli di vivibilità ma sarebbe quello di attivarsi, lavorare (sì, lavorare) per aiutare a tenerla vivibile? Nessuno e niente se non loro stessi.

Raccolta rifiuti e bus e metro

E chi potrebbe davvero convincere/costringere dipendenti Ama a spazzare strade dopo che è stato legittimato, magari per via sindacal-politica) che spazzare non più? E chi potrebbe convincerli/costringere a una raccolta su una mappa locali, uffici e utenze della città aggiornata e reale visto che usano quella di 30 anni fa e a chi tocca la fatica di farne una nuova? Chi se non loro stessi, gli stessi che hanno dato robusta mano ad edificare azienda con alti e talvolta ineguagliati tassi di assenteismo, malattia e usufrutto dei congedi per assistenza congiunti? E chi davvero potrebbe convincere/costringere il personale Atac a non saltare turni e fermate, a non vivere di smartphone alla guida, a rinunciare al venerdì sciopero che ha sostituito il venerdì trippa? Nessuno, niente. Se on loro stessi. Sì, certo a Roma manca il termovalorizzatore, mancano gli impianti per raccolta e smaltimento rifiuti, il traffico è selvaggio, l’utenza è speso incivile, i dirigenti delle aziende pubbliche talvolta dirigono l’arraffo e lo spreco…Ma la colpa, una parte robusta e ampia della colpa di una città ai confini e oltre dell’invivibile è dei…lavoratori!

Bestemmia e insieme realtà

La colpa è dei lavoratori è una bestemmia. Ma è al tempo stesso una realtà. Una sorte di peste antropologica: quella che si riscontra nelle mamme che col Suv occupano ingresso-uscita scuola per portare-riprendere la propria prole e al diavolo quella degli altri, quella che si riscontra nell’avidità insolente con cui ristoranti e affini si sono presi marciapiedi e strade con i dehors e li vogliono gratis ed eterni, quella della normale gente che normalmente occupa con cassette o compagne/amiche il posto auto sulle strisce blu prenotandolo per quando si è finito di fare i propri comodi, quella dello “sto’ a lavorà!” che ogni diritto dà e tutto legittima e santifica, soprattutto il far danno al prossimo. La peste antropologica del “non mi compete”, “non tocca a me”, “perché io?”. Perché mai una simile peste antropologica che contagia famiglie ed è diventata cittadinanza malata e malsana avrebbe dovuto risparmiare gli stipendiati?

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